non-maggioranza
(non maggioranza), s. f. Mancanza di una maggioranza parlamentare consolidata.
• Ieri, dopo l’[Angelino] Alfano di venerdì e il [Sandro] Bondi di sabato, era il turno dell’onorevole [Giuliano] Cazzola [...]. Il quale ha chiesto candidamente: «Quando comincerà la rivalutazione del precedente e bistrattato governo?». Volendo farci credere che il numero che ha fatto cadere il Cavaliere è il 575 (lo spread del 9 novembre) e non il 308 (la non-maggioranza del giorno prima alla Camera). (Sebastiano Messina, Repubblica, 29 marzo 2012, p. 3) • La bizzarra non-maggioranza che appoggia [Mario] Monti adombra l’idea dell’unità nazionale, ma si limita a una vaga allusione. Ne abbiamo la prova quasi ogni giorno. Sull’articolo 18, sulle riforme istituzionali ed elettorali, sul pasticcio degli «esodati», sulla legge anti-corruzione, sulla Rai: non c’è quasi argomento che dia l’impressione di un Parlamento coeso dietro le scelte del governo. (Stefano Folli, Sole 24 Ore, 19 giugno 2012, p. 19, Politica e società) • Il premio, insomma, sarebbe assegnato anche se la vittoria nel secondo turno (che non richiede alcun quorum di partecipazione) fosse frutto del voto espresso da una parte ridotta dell’elettorato non astensionista, e quindi di una «non maggioranza». (Valerio Onida, Corriere della sera, 20 marzo 2015, p. 29, Analisi & commenti).
- Derivato dal s. f. maggioranza con l’aggiunta del prefisso non-.
- Già attestato nella Stampa Sera dell’11 agosto 1970, p. 2 (Carlo Sartori).