non-mercato
s. m. La mancanza di un effettivo scambio di beni e di merci; la mancanza di un valore nominale di un bene, l’impossibilità di commerciarlo.
• che mercato è un mercato che non riesce a «piazzare» nemmeno i gioielli che mette nelle vetrine migliori, con maggior sfarzo, con maggior impegno promozionale? È, appunto, un non-mercato. Ieri mattina, all’Agenzia delle Entrate, erano presenti numerosi agenti immobiliari pronti ‒ ovviamente dietro garanzia di anonimato ‒ ad indicare la ricetta giusta. (Raffaele Niri, Repubblica, 21 giugno 2013, Genova, p. II) • Nella lettera indirizzata alla presidente dell’Accademia Margaret Archer, Papa Francesco osserva che la cosa «più inquietante oggi» è «l’esclusione e la marginalizzazione dei più da una partecipazione equa nella distribuzione su scala nazionale e planetaria dei beni sia di mercato sia di non-mercato, come la dignità, la libertà, la conoscenza, l’appartenenza, l’integrazione, la pace». (Gianni Cardinale, Avvenire, 29 aprile 2017, p. 11, Attualità).
- Derivato dal s. m. mercato con l’aggiunta del prefisso non-.
- Già attestato nella Repubblica del 21 ottobre 1984, p. 7 (Eugenio Scalfari).