NORA
. Antica città della Sardegna, nel sito dell'od. Capo di Pula, a 38° 59′ 0″ di latitudine nord e a 3° 26′ 0″ di longitudine ovest dal meridiano di Monte Mario. Pausania (X, 17,5) e Solino (Coll. rer. mem., IV, 2, p. 50 dell'ed. Mommsen) tramandano un mito di fondazione, che si presta ad essere interpretato nel senso che ad una immigrazione preistorica o protostorica di gente iberica sia succeduta una colonia di Fenici. Una grande iscrizione fenicia datata al IX sec. a. C. sembra conservare memoria di una colonizzazione da parte di Fenici di Cipro. Il termine Nora, che oggi si fa derivare da una radice linguistica mediterranea, fu forse il nome paleosardo di qualche abitato nuragico preesistente alla venuta dei coloni d'oltremare. Le poche notizie non consentono d'intessere una storia di N. distinta dalla storia generale della Sardegna. Alla fine del secolo scorso fu messa in luce parte della necropoli con ricche tombe puniche a pozzo nella roccia. Dal 1953 sono in corso i nuovi scavi a cura della soprintendenza alle antichità di Cagliari. Al periodo punico risalgono un "alto luogo" della dea Tanit, case d'abitazione lungo l'arenile, un grande basamento sotto un impianto termale romano, avanzi di fortificazioni. Il centro urbanistico romano comprende un Foro, un teatro, quattro terme, un mercato del pesce, case signorili con sontuosi pavimenti a mosaico, un santuario punico-romano al dio Eshmun - Esculapio, strade lastricate a blocchi d'andesite, una bella cloaca in laterizio. Notevole il persistere di tecniche puniche in strutture romane.
Il cristianesimo è rappresentato dalla chiesa di S. Efisio, ricostruita nel 1089 in forme romanico-arcaiche dai monaci Vittorini.
Bibl.: G. Patroni, Nora, in Monum. ant. dei Lincei, XIV, Roma 1904; G. Pesce, Nora, Cagliari 1957.