Vedi Nordic Council dell'anno: 2015 - 2016
Il Consiglio Nordico è un forum di cooperazione interparlamentare creato nel 1952 tra Svezia, Danimarca, Norvegia e Islanda e a cui aderì, tre anni più tardi, anche la Finlandia. Si tratta di una sorta di parlamento del Nord Europa – dove siedono 87 deputati provenienti dalle rispettive rappresentanze nazionali dei paesi membri – che discute e avanza proposte di cooperazione su tematiche sulle quali convergono gli interessi delle parti. Ciascun membro esprime, su nomina partitica, 20 deputati, ad eccezione dell’Islanda, che invece ne invia sette. Dal 1970 furono ammessi al Consiglio anche rappresentanti dei territori autonomi delle Isole Fær Øer e delle Isole Åland, all’interno delle delegazioni di Danimarca e Finlandia, mentre nel 1984 fu il turno della Groenlandia, anch’essa compresa nella quota danese.
Prive di effettivi poteri sovranazionali, le disposizioni del Consiglio Nordico sono soggette all’approvazione dei parlamenti nazionali. Dalla sua fondazione sono molteplici i temi e le proposte vagliate: dalla creazione di un mercato del lavoro comune (1954), all’istituzione della libera circolazione di persone tra i territori dei paesi membri (1958), passando, nei decenni successivi, all’istituzione di strutture unitarie per la cooperazione in materia di sicurezza sociale, sanità e cultura (anni Sessanta), in materia di attività industriale e bancaria (anni Settanta), e in quella di protezione ambientale e collaborazione scientifica (anni Ottanta). Gli ultimi vent’anni hanno visto il Consiglio impegnarsi particolarmente anche su temi come i cambiamenti climatici e la gestione delle sfide poste dalla globalizzazione.
Storicamente, il diverso posizionamento dei suoi membri negli allineamenti politici internazionali, con Danimarca, Norvegia e Islanda membri della Nato e Svezia e Finlandia neutrali (quest’ultima, tra l’altro, vicina in passato all’Unione Sovietica), ha comportato che il Consiglio non si sia mai occupato direttamente di questioni militari e legate al settore della difesa. Unica, parziale eccezione la recente collaborazione tra i membri dell’organizzazione in tema di collaborazione nell’industria militare. L’evoluzione istituzionale del Consiglio nordico ha avuto un andamento altalenante, che ha registrato passi in avanti e altrettante battute d’arresto, come, negli anni Sessanta, in occasione del tentativo di istituire un’organizzazione simile alla Comunità Economica Europea (la Nordek), naufragato proprio in virtù del troppo stretto rapporto esistente tra Helsinki e Mosca e accantonato definitivamente con l’ingresso nell’Unione Europea (Eu) della Danimarca. Solo con la caduta dell’Unione Sovietica l’organizzazione ha avviato una fase di più intensa collaborazione tanto con gli stati e le organizzazioni del Baltico, quanto con l’Eu (di cui nel 1995 Svezia e Finlandia sono diventate membri), con la Federazione Russa e la Bielorussia. Nel 2015, alla luce della Cop21 di Parigi, il Consiglio Nordico, nelle sue attività, ha dedicato particolare attenzione al cambiamento climatico con i cinque paesi membri a proporsi come modello da perseguire per l’elaborazione di politiche ambientali sostenibili.
Accanto al Consiglio Nordico è stato istituito nel 1971 il Consiglio Nordico dei ministri, che si affianca al Consiglio occupandosi della cooperazione intergovernativa tra i cinque paesi aderenti. Il primo si riunisce due volte l’anno (la sessione principale è quella autunnale) per discutere e deliberare su proposte e tematiche che il secondo e i rispettivi parlamenti nazionali decideranno se adottare. Ciascuna delegazione ha il suo Segretariato nazionale. Il più importante organo decisionale è il Presidium, guidato da un presidente e un vice eletti a rotazione tra i paesi membri, che opera nel lasso temporale tra le due sessioni del Consiglio. Il Nordic Committee For Cooperation è, invece, l’organo tecnico che affianca il lavoro delle dieci sezioni politiche che compongono il Consiglio dei ministri. Il segretario generale è il più alto funzionario del Segretariato generale dell’organizzazione, e quindi del suo principale organo amministrativo. Esistono inoltre diverse strutture create negli anni su specifiche aree di cooperazione, tra cui: Nordic Culture Fund, Nordic Culture Point, Nordic Innovation Centre, NordForsk, Nordic Energy Research, Nordic Investment Bank, Nordic Centre for Welfare and Social Issues, Nordic Gender Institute, Nordic Innovation Centre, Nordic Project Fund, e Nordic School of Public Health.
Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia, più i tre territori autonomi di Groenlandia, Isole Fær Øer e Isole Åland. Estonia, Lettonia e Lituania fungono da osservatori.