FOSTER, Norman
Architetto inglese, nato a Manchester il 1° giugno 1935. È membro di numerose istituzioni nazionali e internazionali, tra cui: Royal College of Art, Royal Academy, Royal Institute of British Architects, American Institute of Architects, Bund Deutscher Architekten, Ordre des Architects francese. Nel 1963, dopo il conseguimento del Master presso la Yale University di New Haven, ha fondato il TEAM 4 (R. e S. Rogers, G. Walton e W. Cheeseman), con il quale ha operato fino al 1967. Di questo periodo è la Fabbrica Reliance controls a Swindon, prima opera significativa, realizzata interamente con componenti prefabbricate e già espressiva dell'approccio di natura minimalista alla progettazione e dello studio sulle potenzialità espressive dell'edilizia industrializzata tipiche di Foster. Nello stesso anno ha fondato la Foster Associates e iniziato una proficua collaborazione con R. B. Fuller, protrattasi sino alla scomparsa del maestro nel 1983 (progetto del teatro Samuel Beckett, progetto di uffici Climatroffice e altri). La prima fase del lavoro di F. è centrata sui temi dello spazio del lavoro e dei servizi, concepiti secondo idee di flessibilità, accrescimento, spazialità globale dell'edificio e riconoscibilità di un'unica idea strutturale, dalle quali deriva la definizione di umbrella buildings. Attraverso l'uso di tecnologie sperimentali, di prefabbricazione e applicazione di materiali leggeri, giunge a un forte controllo dei processi ideativi e realizzativi, sia sotto il profilo produttivo (costi, tempi, gestione), sia come esiti qualitativi (comfort ambientale, funzionalità, moderna concezione dello spazio di relazione e lavoro). Da sottolineare inoltre l'attenzione al rapporto tra manufatto e collocazione nell'ambiente, che si risolve nella sublimazione della presenza artificiale e nella centralità dei rapporti interno/esterno e dei sistemi di trasparenze, all'interno del processo ideativo.
Tra le opere più importanti: il nuovo Terminal e il Centro ricreativo per la Fred Olsen Line nel piano di ristrutturazione dei Docks di Londra (1969); la sede temporanea IBM a Cosham (1971), puro volume di vetro riflettente che replica il paesaggio e si smaterializza in esso; la sede delle Assicurazioni Willis, Faber & Dumas a Ipswich (1973-74), forse l'opera più notevole della prima fase di F., caratterizzata dall'immagine sinuosa e riflettente di una ''pelle'' vitrea sospesa dai solai, senza infissi, esempio di riduzione minimalista del progetto a un'unica idea-forma caratterizzante; il Sainsbury centre of visual art a Norwich (1974-78); il Centro tecnico IBM a Greenford (1977); la sede della Hong Kong & Shanghai Banking Corporation di Hong Kong (1979-86), che segna l'inizio di una seconda fase estetica del suo lavoro, in cui l'idea guida dei quattro grandi pilastri esterni in acciaio, che sorregge la composizione strutturale e spaziale dell'edificio, viene caricata di un valore figurativo estraneo alle opere precedenti; il Centro di distribuzione della Renault a Swindon (1982-83); il sistema di arredo per uffici Nomos per Tecno. Numerose le opere in realizzazione e i concorsi vinti negli ultimi anni. Vedi tav. f.t.
Bibl.: D. Sudjic, New architecture: Foster, Rogers, Stirling, Londra 1986; AA. VV., Norman Foster, Parigi-Milano 1986; A. Benedetti, Norman Foster, Bologna 1988; AA. VV., Norman Foster, Londra 1989-91 (4 volumi di cui attualmente editi i voll. 3 e 4).