Manea, Norman
Manea, Norman. – Scrittore rumeno naturalizzato statunitense (n. Suceava, Bucovina, 1936). Di discendenza ebraica, durante l’infanzia venne internato per quattro anni con la famiglia dal regime fascista rumeno in un campo di concentramento in Ucraina, per poi subire dure restrizioni nella Romania stalinista del dopoguerra e, dalla metà degli anni Sessanta, durante la dittatura di Ceausescu. Dopo la laurea in ingegneria a Bucarest nel 1959, ha svolto la professione sino al 1974, anno in cui iniziò a dedicarsi interamente alla scrittura. Lasciato il proprio Paese per trasferirsi definitivamente negli Stati Uniti (1986), ha insegnato letteratura europea ed ebraica al Bard College di New York. Dopo opere che lo hanno reso noto in tutto il mondo come Octombrie, ora opt (1981; trad. it. Ottobre, ore otto, 1998) e Vizuina (2009; trad. it. Il rifugio magico, 2011), imperniate sui temi a lui cari come l’olocausto, l’esilio e la dittatura, nell’ultimo decennio ha focalizzato la propria espressività sulla riconciliazione taumaturgica dei ricordi e dei traumi del passato offerta dal racconto autobiografico (Intoarcerea huliganului, 2003; trad. it., Il ritorno dell'Huligano. Una vita, 2004, vincitore del premio Médicis étranger nel 2006) e dal dialogo, reale o congetturale, con autori ebrei esiliati: Inaintea despartirii (2008; trad. it. Saul Bellow: prima di andarsene. Una conversazione, 2009); Dincolo de munți (2010; trad. it. Al di là della montagna. Paul Celan e Benjamin Fondane, dialoghi postumi, 2012); Gespräche im Exil, con Hannes Stein (2011; trad. it., Conversazioni in esilio, 2012). Tra i numerosi riconoscimenti, si ricordano il National Jewish book award (1993), il premio internazionale Nonino (2002), la legione d’onore (2009); nel 2012 M. è divenuto membro della Royal society of literature.