Accordo nordamericano di libero commercio
L’Accordo nordamericano di libero commercio (Nafta) è stato istituito tramite un trattato tra Stati Uniti, Canada e Messico, firmato nel 1992 ed entrato in vigore il 1° gennaio 1994.
Obiettivi dell’Accordo sono: la creazione di un’area di libero scambio tra i tre contraenti – da conseguire progressivamente tramite l’eliminazione di barriere doganali e la promozione del movimento di beni e servizi tra i rispettivi territori – l’incremento delle opportunità di investimento tra le parti, la reciproca protezione dei diritti di proprietà intellettuale e la creazione di un quadro d’intesa trilaterale di cooperazione economica.
Al momento della sua entrata in vigore il trattato avrebbe inciso soprattutto sui flussi commerciali tra Usa e Messico, dal momento che la gran parte dell’import-export tra Stati Uniti e Canada era già liberalizzato in virtù di un precedente accordo (il Canada-Us Free Trade Agreement, del 1988). Il Nafta, infatti, non solo stabiliva l’immediata eliminazione di tariffe doganali su più della metà delle importazioni degli Usa dal Messico e su più di un terzo di esportazioni statunitensi ad esso destinate, ma prevedeva anche, nel giro di 15 anni, la rimozione progressiva di qualsiasi dazio tra Usa e Messico. Veniva inoltre prevista la rimozione delle restrizioni fino ad allora vigenti tra i tre paesi su molte categorie di prodotti.
Durante i negoziati negli Stati Uniti e nel Canada, specie presso i sindacati nazionali, era diffuso il timore che la liberalizzazione dei flussi d’investimento nei confronti di un paese come il Messico – dagli standard di vita e costi del lavoro più bassi – avrebbe coinciso con una perdita di posti di lavoro e un abbassamento del potere contrattuale delle organizzazioni sindacali. D’altra parte, in Messico sono state molto forti le resistenze e le opposizioni sociali a un accordo percepito come uno strumento per trasferire la ricchezza dalle zone povere del paese verso quelle più ricche dei due partner settentrionali, specie in relazione al settore agricolo, dove il differenziale di competitività tra i produttori statunitensi e quelli messicani avrebbe reso insostenibile per quest’ultimi la concorrenza sui prezzi. Emblematico, in questo senso, il fatto che proprio il giorno dell’entrata in vigore del Nafta sia stato scelto dall’Esercito zapatista per iniziare la rivolta nello stato messicano del Chiapas. Subito, il Nafta fu integrato con altri due accordi: uno sulla cooperazione ambientale tra i tre paesi membri (North American Agreement for Environmental Cooperation, Naaec), l’altro legato alla questione del lavoro (North American Agreement on Labor Cooperation, Naalc). Il primo fu istituito al fine di regolarizzare gli standard ambientali nei processi di produzione, così da scongiurare tanto il rischio di un loro abbassamento negli Stati Uniti e in Canada, quanto quello di una corsa alla delocalizzazione nelle regioni del Messico, meno regolamentate. Dal Naaec presero avvio una commissione ad hoc per le questioni commerciali e ambientali, una banca di sviluppo nordamericana per il finanziamento di progetti finalizzati alla riduzione dell’inquinamento e alla sostenibilità ambientale, e una commissione di confine, dedicata alla cooperazione ambientale. Il Naalc, invece, è finalizzato all’istituzione di un quadro di cooperazione per il miglioramento delle condizioni di lavoro nell’intera area nordamericana, favorendo una maggiore sinergia e una maggiore convergenza tra sindacati e organizzazioni del settore nei tre paesi.
A distanza di anni, le analisi e le valutazioni sugli effetti prodotti dal Nafta non sono univoche, principalmente a causa della complessità dei fattori economici che intervengono nel determinare i flussi e le tendenze dell’economia globalizzata.
Recentemente è stata lanciata la proposta di combinare la zona di libero scambio Nafta con quella dell’Unione Europea (Eu). Tale progetto, già suggerito nel 2007 dal cancelliere tedesco Angela Merkel e rifiutato dagli Usa, sembra oggi una buona soluzione sia per uscire dalla crisi del debito che interessa le due regioni, sia per contrastare la crescente potenza economica di Cina e India.
Struttura istituzionale
L’Accordo del Nafta prevede l’istituzione di un Segretariato, agenzia indipendente responsabile della gestione e delle risoluzione delle dispute legate applicazione dell’Accordo stesso. L’agenzia è divisa in tre sezioni, una per ogni paese aderente, ciascuna delle quali ha una propria sede e un proprio segretario nazionale. Il Segretariato risponde alla Nafta Free Trade Commission, diretta dai tre ministri per il commercio internazionale di Canada, Stati Uniti e Messico, e che rappresenta il principale organo decisionale previsto dal Nafta. Compiti della Commissione sono supervisionare l’implementazione dell’Accordo e la sua ulteriore elaborazione, risolvere le dispute e gestire i problemi che possono nascere nell’applicazione delle disposizioni negoziate.
Canada, Messico, Stati Uniti.