Vedi North American Free Trade Agreement dell'anno: 2015 - 2016
(NAFTA)
L’Accordo nordamericano di libero commercio (Nafta) è stato istituito tramite un trattato tra Usa, Canada e Messico, firmato nel dicembre 1992 ed entrato in vigore il 1° gennaio 1994. L’obiettivo Amele è la creazione di un’area di libero scambio tra i tre contraenti, da conseguire progressivamente eliminando le barriere doganali e promuovendo il movimento di beni e servizi tra i rispettivi territori. Fra gli scopi statutari risultano anche l’incremento delle opportunità di investimento, la reciproca protezione dei diritti di proprietà intellettuale e la creazione di un quadro d’intesa trilaterale di cooperazione economica.
Al momento dell’entrata in vigore il trattato avrebbe inciso soprattutto sui flussi commerciali tra Usa e Messico, dal momento che la gran parte dell’import-export tra Washington e Ottawa era già liberalizzato da un precedente accordo (il Canada-Us Free Trade Agreement, del 1988). Il Nafta non solo stabiliva l’immediata eliminazione di tariffe doganali su più della metà delle importazioni degli Usa dal Messico e su più di un terzo di esportazioni statunitensi ad esso destinate, ma prevedeva anche, nel giro di 15 anni, la rimozione progressiva di qualsiasi dazio tra le due parti. Veniva inoltre prevista la rimozione delle restrizioni tra i tre paesi su molte categorie di prodotti. Il Nafta è stato frutto di negoziati che non hanno mancato di creare malumori, tanto nell’opinione pubblica dei tre paesi contraenti quanto nelle rispettive arene politiche. Specie presso i sindacati di Canada e Usa, era diffuso il timore che la liberalizzazione dei flussi d’investimento nei confronti di un paese come il Messico – dagli standard di vita e costi del lavoro più bassi – avrebbe coinciso con una perdita di posti di lavoro e un abbassamento del potere contrattuale delle organizzazioni sindacali. D’altra parte, in Messico sono state molto forti le resistenze e le opposizioni sociali a un accordo percepito come uno strumento per trasferire la ricchezza dalle zone povere del paese verso quelle più ricche dei due partner settentrionali, specie in relazione al settore agricolo, dove il differenziale di competitività tra i produttori statunitensi e quelli messicani avrebbe reso insostenibile per quest’ultimi la concorrenza sui prezzi. Emblematico il fatto che l’Esercito zapatista abbia iniziato la rivolta nel Chiapas proprio il giorno dell’entrata in vigore del Nafta. Subito dopo l’approvazione, il Nafta fu integrato con altri due accordi: uno sulla cooperazione ambientale (North American Agreement for Environmental Cooperation, Naaec), l’altro legato alla questione del lavoro (North American Agreement on Labor Cooperation, Naalc). Il primo fu istituito al fine di regolarizzare gli standard ambientali nei processi di produzione, così da scongiurare il rischio di un loro abbassamento negli Stati Uniti e in Canada e una corsa alla delocalizzazione nelle regioni del Messico, meno regolamentate. Dal Naaec presero avvio una commissione ad hoc per le questioni commerciali e ambientali, una banca di sviluppo nordamericana per il finanziamento di progetti per la riduzione dell’inquinamento e per la sostenibilità ambientale, e una commissione di confine, dedicata alla cooperazione ambientale. Il Naalc, invece, è finalizzato all’istituzione di un quadro di cooperazione per il miglioramento delle condizioni di lavoro nell’intera area nordamericana, favorendo una maggiore sinergia e una maggiore convergenza tra sindacati e organizzazioni del settore presenti nei tre paesi.
Le analisi e le valutazioni sugli effetti prodotti dal Nafta non sono univoche, principalmente a causa della complessità dei fattori economici che determinano i flussi e le tendenze dell’economia globalizzata. Nel 2013, è stato proposto di combinare la zona di libero scambio Nafta con quella dell’Eu. Il progetto, già suggerito nel 2007 dal cancelliere tedesco Angela Merkel, sembra oggi prendere forma nel Ttip proponendosi come soluzione per contrastare la crescente potenza economica di Cina e India.
L’Accordo istitutivo prevede l’istituzione di un Segretariato indipendente responsabile della gestione e della risoluzione delle dispute legate applicazione dell’Accordo stesso. L’agenzia è divisa in tre sezioni, ciascuna delle quali ha una propria sede e un proprio segretario nazionale. Il Segretariato risponde alla Nafta Free Trade Commission, diretta dai rispettivi tre ministri per il Commercio internazionale, e rappresenta il principale organo decisionale. Compiti della Commissione sono supervisionare l’implementazione dell’Accordo e la sua ulteriore elaborazione, risolvere le dispute e gestire gli eventuali problemi dell’applicazione delle disposizioni negoziate.
Canada, Messico, Usa.