NORWICH
(Norvic, Northwic nei docc. medievali)
Città dell'Inghilterra sudorientale (contea di Norfolk), posta sulle rive del fiume Wensum, al punto di confluenza con lo Yare.Il più antico riferimento alla città è costituito da una moneta del re Etelstano (925-939), che riporta il nome Norvic. Il fatto che la città fosse sede di una zecca implica che avesse delle difese e che avesse acquisito già a quest'epoca lo status di burh o borough. La più antica menzione di N. nelle fonti documentarie è contenuta invece nel Liber Eliensis, redatto negli anni ottanta del 10° secolo. Il Chronicon Saxonicum riporta che nel 1004 il re Svend I di Danimarca risalì il fiume e devastò completamente il borgo, ma N. visse una rapida ripresa e fino al 1066 la popolazione ammontava a milletrecentoventi persone (The Domesday Survey of Norfolk, 1984, I, p. 61).Già entro il 1075 i Normanni costruirono un primo castello reale, probabilmente in legno, a O del quale sorse un nuovo borgo destinato ai francesi di N. (The Domesday Survey of Norfolk, 1984, I, p. 66); alla stessa epoca risale la fondazione della cattedrale, che aveva giurisdizione su tutta l'Anglia orientale. Uno statuto del 1194 riconobbe l'autonomia amministrativa - con il diritto di nomina dei propri magistrati - alla città, divenuta a quest'epoca uno dei più importanti centri economici dell'Inghilterra e il principale insediamento urbano della regione. Nel sec. 14° il potere politico si concentrò nelle mani di un piccolo gruppo di ricchi mercanti che ottennero nel 1380 uno statuto che conferiva ai balivi e ai 'ventiquattro' (un comitato di consiglieri) il potere di modificare le leggi e di promulgarne di nuove. Uno statuto del 1404 sostituì i balivi con un sindaco e due sceriffi. Nuovi statuti del 1414 e del 1417 fecero di N. una corporazione legale e una contea autonoma, i cui confini vennero chiaramente definiti solo con lo statuto del 1556 (Blomefield, 1806, III).La conoscenza delle origini e del primo sviluppo urbano di N. si basa quasi esclusivamente sui dati archeologici. Le prime testimonianze risalgono al sec. 8°, con ritrovamenti di ceramica del medio periodo sassone in diversi punti della città medievale, associati con probabili primi nuclei insediativi che portavano i nomi sopravvissuti nei secoli successivi: Westwic, Coslany, Needham, Conesford e Northwic. Scavi condotti a Fishergate, sulla sponda settentrionale del fiume, hanno rivelato una discreta concentrazione di ceramica e di altri manufatti mediosassoni, lasciando campo all'ipotesi che in quest'area si sia sviluppato il più antico insediamento di Norwich. Alcuni studiosi suggeriscono che i differenti nuclei si siano sviluppati autonomamente per fondersi solo in un secondo momento, mentre altri pensano che la città crebbe progressivamente con la graduale colonizzazione delle sponde del fiume. Il possibile ruolo avuto nel processo di aggregazione urbana di N. dall'occupazione dell'Anglia orientale da parte dei Danesi (880) sembra confermato da alcuni toponimi di origine danese e dalla dedicazione di chiese ai ss. Clemente e Olav, entrambi popolari in Scandinavia.Il primo nucleo urbano di N. doveva essere difeso da un fossato, databile probabilmente all'inizio del sec. 10°, disposto con un tracciato a forma di D lungo la riva settentrionale del fiume, di cui sfruttava il corso a fini difensivi (Ayers, 1994). Le difese cittadine vennero ampliate solo a partire dal 1253, quando furono costruiti un terrapieno e un fossato, che racchiudevano un'area più ampia della precedente. La cinta urbica vera e propria venne costruita tra il 1297 e il 1334 e contava oltre quaranta torri e dodici porte, tutte demolite tra il 1791 e il 1810. Si conservano invece lunghi tratti delle cortine, costruite in selce con rivestimento in mattoni e provviste di arcate interne per sostenere il cammino di ronda. Sul lato orientale, la difesa era assicurata dal fiume, in un'ansa del quale venne eretta, nel tardo sec. 14°, una torre d'artiglieria con rivestimento in mattoni, la Cow Tower.Il sistema viario della città moderna ricalca da vicino quello definitosi già alla fine del sec. 11°, allorché la costruzione del castello e quella della cattedrale da parte dei Normanni portarono a compimento un processo di sostanziale conservazione e di parziale alterazione della rete stradale romana di impianto ortogonale che attraversava la città (Ayers, 1994).Alla fine del Medioevo N. contava cinquantasette parrocchiali, trenta delle quali si conservano, per lo più nella loro struttura tardomedievale. Si suppone che ca. trentacinque chiese esistessero già prima della conquista normanna, benché il Domesday Book ne menzioni soltanto otto (The Domesday Survey of Norfolk, 1984, I, p. 61). Nella maggior parte dei casi doveva trattarsi di edifici in legno: sono state ritrovate tracce di buchi per pali pertinenti a una chiesa non documentata in precedenza e demolita al momento della costruzione del castello (Ayers, 1985); resti di un precedente edificio ligneo sono emersi nel corso degli scavi condotti nella navata della chiesa di St Martin-at-Palace (Beazley, in corso di stampa). In quest'ultima chiesa e in quella di St John Timberhill si conservano i cantonali di pietra del presbiterio dell'11° secolo.Pur essendo sede vescovile, la cattedrale era un edificio monastico, secondo una soluzione peculiare dell'Inghilterra (Fernie, 1993; Norwich Cathedral, 1996). La sua costruzione venne avviata entro un vasto recinto di mura, su di un'area libera ma già inclusa nel perimetro urbano, nel 1096 dal vescovo Erberto di Losinga - il quale trasferì la sua sede da Thetford a N. - e completata con gli annessi edifici conventuali ed episcopali, situati a N, dal successore di Erberto, Eborardo, nel 1145.La chiesa romanica sopravvive nella sua sostanziale interezza e costituisce testimonianza del raffinato livello raggiunto nello sviluppo dello stile romanico nell'Europa settentrionale. La pianta è del tipo a deambulatorio, con due cappelle radiali (quella assiale costituisce un'aggiunta moderna) che presentano un peculiare impianto lobato disegnato da due archi di cerchio che si intersecano. Nel corpo longitudinale, l'alternanza dei pilastri a nucleo squadrato e a nucleo circolare contribuisce ad articolare l'alzato. Quattro pilastri circolari senza colonne addossate e decorati da scanalature elicoidali segnano la campata d'incrocio. Il cleristorio è allestito con passaggi in spessore di muro che si aprono verso l'interno e ogni campata è divisa in tre arcate, con quella centrale più ampia e corrispondente alla vetrata. La torre campanaria romanica, costruita intorno al 1140, è decorata con cerchi e losanghe in rilievo di forma insolita e singolare. A modifiche o aggiunte successive vanno assegnati: la costruzione dell'infermeria per volontà del vescovo Giovanni di Oxford (1175-1200); la ricostruzione del chiostro (1297-1425), che mostra in ognuno dei lati una tracery diversa con i vari gradi di sviluppo dal geometrico al perpendicolare e volte a ventaglio con una serie di chiavi di volta scolpite e istoriate; la ricostruzione, a seguito di una bufera nel 1361-1362, del cleristorio del presbiterio, con una tracery in stile early perpendicular nelle ampie vetrate; la sostituzione del soffitto ligneo della navata centrale con volte a costoloni in seguito all'incendio del 1463; il rimodellamento dell'alzato interno del presbiterio e la costruzione di una volta a nervature intrecciate sostenuta da archi rampanti da parte del vescovo Goldwell (1472-1499); infine la costruzione, voluta dallo stesso vescovo, della torre nolare, alta m 96, che fu disegnata dall'architetto Robert Everard (Norwich Cathedral, 1996).La cappella privata del vescovo Erberto, modificata dal vescovo Salmon e demolita nel 1859, è nota da una descrizione del sec. 18° e dagli scavi (Browne, 1712a; 1712b; Harrod, 1864). A S della cattedrale sopravvivono il chiostro, ricostruito tra il 1297 e il 1425, e altri resti databili tra l'11° e il 14° secolo.La costruzione del castello reale, su di una motta artificiale, comportò la distruzione di un gran numero di case (The Domesday Survey of Norfolk, 1984, I, p. 61) e probabilmente di alcune chiese. Il torrione in pietra che si conserva ancora oggi fu forse iniziato tra il 1095 e il 1110 ed è probabile che fosse stato completato entro il 1121, quando il re Enrico I vi trascorse il Natale (Heslop, 1994). La cortina esterna fu rifatta a bugnato intorno al 1830, ma i disegni realizzati da Francis Stone alla fine degli anni venti del sec. 19° ne costituiscono un'accurata testimonianza. La planimetria dell'edificio richiama da vicino quella della London Tower, con una pianta grosso modo quadrata divisa da un muro di spina. La zona residenziale era situata al primo piano e si raggiungeva attraverso una scala sistemata in un avancorpo. L'ingresso principale, posto alla sommità della scala, presenta un arco a triplice ghiera con decorazione astratta a beakheads e rilievi con minuti motivi a intreccio e vegetali, conci incavati nella ghiera mediana e decorazione a ballflowers in quella più esterna; i capitelli scolpiti sono decorati con scene di caccia (Heslop, 1994).Le grandi residenze private degli esponenti della classe dominante appartengono soprattutto al tardo sec. 14° e al 15° e molto poco si conosce di quelle che le precedettero. Vi sono comunque due esempi del sec. 12°: i resti di una raffinata casa in selce con paramento in pietra da taglio, inglobati in edifici più tardi in St Martin-at-Palace Plain (Ayers, 1987), e la Old Music House in King Street.Dei ponti medievali è sopravvissuto solo il Bishop Bridge, del 1345, sul fiume Wensum, sfruttato a fini difensivi e che quindi era preceduto dal Bishopsgate, una grande porta demolita nel 1791. Tra gli edifici pubblici conservati va annoverato anche il lebbrosario fatto costruire nel 1100 ca. dal vescovo Erberto all'estremità settentrionale della città, che presenta una caratteristica porta normanna con colonne angolari e un arco con modanatura cilindrica. Erberto fondò inoltre un secondo ospedale adiacente all'ex chiesa parrocchiale di St Paul. L'ospedale più importante era quello di St Giles, o Great Hospital, nei pressi del Bishopsgate, fondato dal vescovo Walter di Suffield nel 1249. Il presbiterio fu ricostruito dal vescovo Despencer intorno al 1380, mentre la navata si deve al vescovo Goldwell (ca. 1480); la parte centrale del complesso veniva utilizzata come chiesa parrocchiale; a N sopravvive l'ala occidentale del chiostro, del 15° secolo.Per quel che concerne gli edifici monastici, va ricordato che il vescovo Erberto fondò, oltre al priorato della cattedrale, anche quello di St Leonard, servito dagli stessi monaci della cattedrale, di cui rimangono pochissimi resti. A S della città, venne fondato nel 1146 il convento femminile benedettino di Carrow, di cui si conservano resti della chiesa, alcuni edifici conventuali e l'appartamento della priora, ancora in uso sebbene pesantemente restaurato. Il sec. 13° vide l'arrivo degli Ordini mendicanti: nel 1226 i Francescani occuparono una vasta area a E del castello; nello stesso anno i Domenicani occuparono un sito a N del fiume, per trasferirsi dopo il 1307 più vicino al centro della città (Sutermeister, 1977); i Carmelitani fondarono un convento poco a N del Whitefriars Bridge nel 1256 e gli Agostiniani si installarono a King Street nel 1290; il grande collegio di canonici di St Mary in the Fields venne fondato intorno alla metà del sec. 13° e parti del complesso sono state incorporate nella Assembly House del 18° secolo.La testimonianza principale per ciò che riguarda le case private di epoca medievale è costituita da oltre sessanta locali sotterranei del tardo sec. 14° e del 15°, inglobati da edifici di epoche successive (Smith, Carter, 1983). Ubicati in larga misura nei quartieri a S del fiume, essi presentano normalmente semplici volte a botte in pietra e laterizi con o senza ambienti laterali; in alcuni casi le volte sono rinforzate da nervature in mattoni e l'esempio più elaborato in questo senso è costituito dai locali sottostanti l'edificio detto Bridewell, adibito tra i secc. 16° e 19° a prigione per vagabondi e mendicanti (Smith, Carter, 1983, fig. 3).In accordo con la caratteristica comune delle parrocchiali della regione nel tardo sec. 11° e nel 12° (Heywood, 1988), anche alcune delle chiese medievali di N. presentavano torri circolari occidentali, come testimoniano gli esempi conservati di St Benedict, St Mary-at-Coslany e St Julian. Tipici della regione sono anche i paramenti a decorazione geometrica in calcare chiaro in contrasto con il nero della selce spaccata; begli esempi del sec. 14° ne rimangono nel St Ethelbert's Gate che introduce nel recinto della cattedrale, nella terminazione orientale della chiesa di St Michael-at-Coslany e nella torre di St Stephen.Tra gli edifici civili va infine ricordata la Old Barge, o Dragon Hall, su King Street, risalente agli anni trenta del sec. 15°, che presenta un raffinato soffitto con travi verticali a corona con un pennacchio superstite lavorato a traforo in forma di dragone: il primo piano è a intelaiatura lignea e in aggetto sul piano terreno in muratura.Le pitture murali più importanti di N. sono quelle della cattedrale. Le più antiche, databili agli anni 1190-1200, illustrano la vita del vescovo Erberto di Losinga e sono poste su di un arco traverso nella navatella meridionale. Nel braccio orientale si conservano resti di motivi imitanti una tessitura muraria e motivi a chevron, che vengono generalmente datati al tardo 13° secolo. La cappella dinanzi al reliquiario presenta una coppia di angeli incensanti del 1250-1260 e una serie di santi sotto baldacchini del 1300 ca. (Park, Howard, 1996).La cattedrale conserva inoltre il più importante esempio di pittura su tavola: il dossale della Passione in cinque scomparti nella cappella di St Luke, del 1380-1390 circa. Sono custodite nella cattedrale, ma provengono dalla chiesa di St Michael-at-Plea, anche due tavole con la Crocifissione e il Tradimento, datate alla medesima epoca.Sempre nella cattedrale si trovano i migliori esempi di scultura in funzione architettonica di epoca medievale, tra cui alcuni capitelli doppi scolpiti, dell'inizio del sec. 12°, appartenenti all'originario chiostro e recuperati dalle murature in cui erano stati reimpiegati; la loro decorazione comprende motivi a intreccio, volute vegetali abitate e scene istoriate ricavate dalla mitologia classica (Franklin, 1996). A epoca più tarda risalgono la c.d. porta dei priori, del 1310 ca., raffigurante il Cristo con angeli e santi sotto edicole (Sekules, 1996), e le diverse centinaia di chiavi di volta scolpite nella chiesa e nel chiostro, datate all'inizio del sec. 14° (Rose, 1996). Gli stalli del coro sono riferibili ai due periodi immediatamente precedente e seguente l'incendio del 1463.N. fu sede di una scuola di pittori di vetrate, cui si deve, tra l'altro, la vetrata orientale di St Peter Mancroft, del sec. 15° (Woodforde, 1950).Già prima del 1325 la cattedrale possedeva un'importante biblioteca - con associato scriptorium - dotata di quattrocento o cinquecento volumi, tra cui gli eccezionali salteri Gorleston e Ormesby, entrambi dell'inizio del sec. 14° (Londra, BL, Add. Ms 49622; Oxford, Bodl. Lib., Douce 366; Age of Chivalry, 1987, nrr. 573-574). Una raffinata croce pettorale in avorio di tricheco, datata intorno al 1100 e conservata a Londra (Vict. and Alb. Mus.; English Romanesque Art, 1984, p. 220), è probabilmente uno dei più eccezionali manufatti rinvenuti a Norwich.Il Castle Mus. ospita importanti collezioni di oggetti d'arte medievale provenienti dalla città e dalla contea di Norfolk; si segnalano in particolare oreficerie di alta qualità della prima e della media epoca sassone, urne funerarie pagane sassoni, sculture in pietra, legno e alabastro e ceramica invetriata tardomedievale.
Bibl.:
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Letteratura critica. - H. Harrod, Excavations Made in the Gardens of the Bishop's Palace, Norfolk Archaeology 6, 1864, pp. 27-37; A.B. Whittingham, The Monastic Buildings of Norwich Cathedral and the Bishop's Palace, AJ 106, 1949, pp. 86-87; C. Woodforde, The Norwich School of Glass-Painting in the Fifteenth Century, Oxford 1950; Medieval Art in East Anglia, 1300-1520, a cura di P.E. Lasko, N. Morgan, cat., Norwich 1973; H. Sutermeister, The Norwich Blackfriars: an Historical Guide to the Friary and its Buildings up to the Present Day, Norwich 1977; B. Green, R.M.R. Young, Norwich: The Growth of a City, Hunstanton 1981; E. Rutledge, Property Transfer and the Enrollment in Norwich, in Men of Property: an Analysis of the Enrolled Deeds, 1285-1311, a cura di U. Priestley, Norwich 1983, pp. 41-69; R. Smith, A. Carter, Function and Site: Aspects of Norwich Buildings before 1700, Vernacular Architecture 14, 1983, pp. 5-18; English Romanesque Art, 1066-1200, cat., London 1984; B. Ayers, Excavations within the North-East Bailey of Norwich Castle, 1979, East Anglian Archaeology 28, 1985; id., Excavations at St Martin-at-Palace Plain, Norwich 1981, ivi, 37, 1987; Age of Chivalry. Art in Plantagenet England, 1200-1400, a cura di J.J.G. Alexander, P. Binski, cat., London 1987; S.R. Heywood, The Round Towers of East Anglia, in Minsters and Parish Churches: The Local Church in Transition, a cura di J. Blair, Oxford 1988, pp. 169-177; E.C. Fernie, An Architectural History of Norwich Cathedral, Oxford 1993; B. Ayers, Norwich, London 1994; T.A. Heslop, Norwich Castle Keep: Romanesque Architecture and Social Context, Norwich 1994; Norwich Cathedral: Church, City and Diocese, 1096-1996, London 1996; S.R. Heywood, The Romanesque Building, ivi, pp. 73-115; J. Franklin, The Romanesque Sculpture, ivi, pp. 116-135; V. Sekules, The Gothic Sculpture, ivi, pp. 197-209; N. Tanner, The Cathedral and the City, ivi, pp. 255-280; M. Rose, The Vault Bosses, ivi, pp. 363-378; D. Park, H. Howard, The Medieval Polychromy, ivi, pp. 379-409; D.J. King, The Panel Paintings and Stained Glass, ivi, pp. 410-430; N. Pevsner, W. Wilson, Norfolk 1: Norwich and NorthEast, Harmondsworth 19972; O. Beazley, Excavations at the Church of St Martin-at-Palace, East Anglian Archaeology (in corso di stampa).S.R. Heywood