NORZIA
. Divinità etrusca del destino, dal nome latinizzato (Nortia), il cui luogo centrale di culto era Volsinii novi, presso Bolsena. Rito caratteristico del suo culto era quello di piantare ogni anno un chiodo nel suo santuario per computare il numero degli anni (Liv., VII, 3, 7). Ma questo scopo non doveva essere quello originario, perché la comparazione etnologica mostra che piantare un chiodo vale in origine quanto inchiodare un malefizio, per stornarne il danno da un individuo o da un gruppo. Da questo primo significato magico N. è passata a significare la dea che fissa il destino, e perciò dai Romani è stata assimilata alla Fortuna di Preneste e di Anzio (cfr. Orazio, Carm., I, 35, 17 seg.), e a Salus, Nemesis, Tyche. Da ultimo, per la connessione che v'è tra il tempo e il destino, N. ha finito con tutelare il computo degli anni, come, a imitazione del santuario volsiniense, si faceva anche a Roma, nel tempio di Giove Capitolino, per le mani del pretore (Fest., p. 56, 10).