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NOTIDANIDI

di Decio Vinciguerra - Enciclopedia Italiana (1934)
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NOTIDANIDI (dal gr. νῶτος "dorso" e ἰδανός "bello"; latino scient. Notidanidae)

Decio Vinciguerra

Famiglia di Pesci Elasmobranchi, dell'ordine dei Plagiostomi, sottordine dei Selaci, stabilita da G. Cuvier (v.) per due specie di squali denominate da Gmelin, Notidanus griseus e N. cinereus. Per il N. griseus, Müller e Henle stabilirono il genere Hexanchus, per il cinereus il genere Heptanchus, distinti per il numero delle fessure branchiali. I setti interbranchiali sono provvisti di frange marginali. Occhi senza membrana nittitante; spiracoli piccolissimi; narici ventrali situate presso l'estremità del muso; denti mandibolari con numerose punte oblique portate da una sola piastra, denti mascellari, con piccole piastre laterali. Hanno corpo superiormente piano, pelle zigrinata. Possono raggiungere otto metri di lunghezza. Una sola pinna dorsale e una anale, brevi, collocate molto indietro.

Sono vivipari. Si conoscono sei o sette specie di questi squali di origine antichissima. Vivono nei mari caldi e temperati; nel Mediterraneo e nei mari adiacenti si trovano il Notidanus griseus Cuv. e il N. cinereus Gmel. Il primo è stato trovato anche a Cuba e alle Piccole Antille. Sono di colorito molto simile, il griseus alquanto più oscuro, muso corto, corpo molto piatto (onde il nome volgare di corpo piatto); il cinereus è più chiaro con muso acuto e corpo meno piatto. Vivono a notevole profondità, si pescano con grossi ami, portati da una catena. Fossili di Notidanidi, rappresentati specialmente da denti, si rinvengono nel Giurassico, nel Cretacico, nell'Eocenico e nel Pliocenico.

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