NOTKERO Balbulo
Monaco, poeta e scrittore medievale, nato verso l'840 a Jonswil, cantone di S. Gallo (Svizzera), e morto nel 912. Egli stesso usa chiamarsi umilmente "balbus et edentulus" (balbuziente e sdentato). Entrò nel chiostro di S. Gallo, dove studiò e divenne maestro. Ve lo troviamo menzionato successivamente come bibliotecario (890) e "hospitarius" (892-94).
Rappresentante tipico dell'uomo di lettere medievale, impresse nelle molteplici forme che egli trattò il sigillo di un ingegno originale. Dotato di un non comune talento musicale, diede impulso a un nuovo genere di poesia. Se infatti egli non si può chiamare l'inventore delle cosiddette Sequenze, tuttavia si deve a lui lo sviluppo di questa forma di lirica religiosa sorta dall'opportunità di sottoporre un testo, a scopo mnemonico, alle lunghe corone melismatiche degli Iubili (v.) nei salmi alleluiatici della Messa. N. non limitò, tuttavia, il suo lavoro in tali termini: spesso inserì nel giro degli Iubili anche passi muniti di nuova melodia, e, anche più radicalmente, finì per comporre ex novo melodie totalmente compiute (v. sequenza).
Lo storico di S. Gallo, Eccheardo IV, gli attribuisce 50 Sequenze; ma s'inclina ad assegnargli 41 prose e 35 melodie, giacché alcune notazioni musicali (Metenses, Amoena, Romana) egli le prese dalla tradizione corale: le dedicò tra l'881 e l'887 al vescovo Liutwardo di Vercelli.
Nella sua attività storiografica rivestono singolare importanza i Gesta Caroli che per molto tempo furono dubbiosamente attribuiti al "Monacus Sangallensis". A richiesta dell'imperatore Carlo III il Grosso che nell'883 visitò il chiostro, N. raccolse varî racconti, senza una disposizione cronologica ma piuttosto raggruppandoli secondo il luogo e l'argomento e con mescolanza continua di storico e di leggendario. Il libro ci è giunto mutilo, tuttavia si può affermare che N. traccia di Carlomagno un ritratto indipendente dai giudizî della Chiesa, e ne orna la figura di quei tratti epici che rimarranno nella leggenda.
La sapienza e la bontà di N. come maestro risultano soprattutto dalle lettere e dalla corrispondenza poetica con i due fratelli, discepoli suoi e poi vescovi, Salomone III e Waldo. Un vero trattato di patristica si potrebbe considerare la Notatio, in cui tratta dei commentatori della Bibbia. Scrisse inoltre quattro inni sulla morte e i miracoli di S. Stefano, protettore della chiesa di Metz e un poema sulla vita di S. Gallo, di cui restano scarsi frammenti. Ultimo in ordine di tempo è il Martyrologium, importante per l'ampiezza delle agiografie. Della sua teoria musicale nulla si conosce, perché un suo trattato sulla musica è andato perduto, mentre l'epistola al monaco Lambert, sul valore delle lettere dell'alfabeto come segni musicali riguarda soltanto la modulazione della voce.
Ediz.: Le sequenze in Migne, Patr. Lat., CXXXI, coll. 1005-1026; H.A. Daniel, Thes. hymnol., II, 1855, pp. 3-31; C. Blume, in Analecta hymnica, LIII (1911); per le lettere e la Notatio: E. Dümmler, Das Formelbuch d. Bischof Salomo III (1857); Zeumer, in Mon. Germ. hist. Formulae, pp. 390-433; per le poesie, E. Dümmler, St. Gall. Denkmale, p. 225; per i Gesta Caroli, Pertz, in Mon. Germ. hist., Scriptores, II, p. 726; G. Meyer v. Knonau, St. Gallisch. Gesch.-Quellen, VI, in Mitteilungen z. vaterländ. Gesch. (1920).
Bibl.: K. Bartasch, Die lateinischen Sequenzen des Mittelalters, Rostock 1868; G. Meyer v. Konau, Lebensbild des heil. N., in Mitteil. antiquar. Gesellsch. Zürich, XIX (1877); J. Werner, Notkers Sequenzem, Aarau 1901; P. v. Winterfeld, in Zeitschrift für deut. Altert., XLVII e in Neues Archiv, XXVII, XXVIII, XXIX; U. Zeller, Bischof Salomo III, Lipsia 1910; M. Manitius, Gesch. d. lat. Lit. d. M. A., I, Monaco 1911, pp. 354-367; L. Halphen, Le Moine de St. Gall, in Études critiques sur l'histoire de Charlemagne, Parigi 1921, pp. 104-42. Inoltre: P. A. Schubiger, Die Sängerschule St. Gallens vom 8 bis zum 12 Jahrhundert, Ensiedeln 1858; A. Gartoné, Sures origines de la forme "sequentia", in Kongressbericht d. intern. Musikgesellschaft, 1907; C. Blume, Vom Alleluia zur Sequenz, in Kirchenmusikal. Jahrbuch, 1908.