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NOTTE

di Goffredo Bendinelli - Enciclopedia Italiana (1934)
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NOTTE

Goffredo Bendinelli

. La tendenza insita nello spirito religioso degli antichi, a conferire personalità e figura umana a tutti i fenomeni naturali, fa sì che anche l'idea della Notte si trovi ben presto individuata in una personificazione di spiccato carattere mitologico. Secondo Esiodo (Theogon., 123 segg.), Νύς, la Notte, trae origine insieme all'Erebo, dalle profondità del Caos; e dall'unione di Erebo e Notte traggono origine Αἰϑήρ (il Cielo) ed ‛Ημέρα (il Giorno). A parte ciò, la Notte non ha una vera e propria genealogia. Si sa soltanto che essa viene dall'estremo Occidente di là dall'Atlante (Theogon., 739 segg.). Secondo lo stesso poeta (Theogon., 211 seg., 757 seg.), essa è madre di "Υπνος e di ϑάξατος (il Sonno e la Morte). Da questa concezione esiodea trae probabilmente lo spunto quella doppia natura della Notte, che viene rilevata nella letteratura poetica classica: da una parte la Notte come generosa e desiderabile distributrice di pace e di riposo ai mortali; dall'altra come progenitrice di esseri mitologici (personificazioni di altrettanti concetti morali), destinati a incutere terrore agli uomini: come le Moire, le Keres, le Erinni, Nemesi, ecc. Sotto questo duplice punto di vista la Notte ha nella poesia greca una notevole importanza. Nel mondo poetico romano, invece, l'aspetto truce della Notte rimane un semplice ricordo letterario, restando vivo l'aspetto benigno e naturalistico di questa personificazione.

Bibl.: P. Weizsaecker, in Roscher, Lexikon d. gr. u. röm. Mythol., III, i, col. 569 segg., s. v. Nyx; J.-A. Hild, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités, IV, p. 111 seg.

Vedi anche
Erinni (gr. ᾿Ερινύς) Nella mitologia classica, divinità messa in relazione con il mondo sotterraneo. Figlia della Terra o della Notte, punisce chi viola l’ordine morale e vendica i delitti di sangue. A una o più Erinni alludono Omero e i poeti posteriori: secondo la Teogonia esiodea le Erinni sorsero dalle ... Parche (lat. Parcae) Divinità della mitologia classica. In origine, presso i Latini antichi si ebbe una sola Parche, dea che presiedeva alle nascite, poi se ne ebbero tre, assimilate alle Moire greche, divinità che presiedevano al destino dell’uomo dalla nascita alla morte. Tartaro (gr. Τάρταρος o τὰ Τάρταρα) Nella tradizione letteraria greca e latina, il luogo dove Zeus relegò i Titani vinti (ove pure, secondo un’altra tradizione, già Urano aveva relegato i Ciclopi). ● Nell’Iliade il Tartaro è nettamente distinto dagli Inferi (Ade), sede dei morti: è sotto l’Ade – in Esiodo sotto ... Nemesi (gr. Νέμεσις) Personificazione della giustizia distributiva, punitrice di quanto, eccedendo la misura, turba l’ordine dell’universo. Nella mitologia e nel culto si sviluppò in forma di vera dea: centro del suo culto era Ramnunte, dove era venerata come figlia di Oceano e madre di Elena e di Eretteo ...
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nòtte
notte nòtte s. f. [lat. nox noctis, da una radice conservatasi nella maggior parte delle lingue indoeuropee]. – 1. a. L’intervallo di tempo che corre fra il tramontare e il successivo sorgere del sole, la cui durata varia con la latitudine...
bèlla di nòtte
bella di notte bèlla di nòtte locuz. usata come s. f. – Pianta erbacea ornamentale (Mirabilis jalapa), annua, detta anche meraviglia, della famiglia nictaginacee, originaria del Messico. I fiori, rossi, bianchi e variegati con corolla imbutiforme,...
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