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notturno

di Fernando Salsano - Enciclopedia Dantesca (1970)
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notturno

Fernando Salsano

Qualifica ciò che è della notte o è da essa portato, come in If II 127 Quali fioretti dal notturno gelo / chinati e chiusi, e Pg VII 56 non però ch'altra cosa desse briga, / che la notturna tenebra, ad ir suso in ambedue le attestazioni la notte come assenza del sole interrompe il vivere fisico e spirituale.

Un'assai felice adozione si riscontra in Pd XXVIII 117 questa primavera sempiterna / che notturno Ariete non dispoglia; poiché nelle notti autunnali la costellazione dell'Arïete è n. nel senso che ha una posizione diametralmente opposta a quella del sole (cfr. Pg II 4), l'attributo consente che essa, nell'immagine, sia assunta come sinonimo di autunno (" uno dei più bei versi di Dante, compie in noi la visione, coll'evocazione magica della notte e II confronto della primavera terrena ", Parodi, Lingua 213).

Vocabolario
notturno
notturno agg. e s. m. [dal lat. nocturnus, der. di nox noctis «notte»]. – 1. agg. a. Della notte, che è proprio della notte: le ore n.; quiete, silenzio n.; le tenebre n.; Quali fioretti dal n. gelo Chinati e chiusi (Dante). b. Di cose,...
usciòlo
usciolo usciòlo s. m. – Alterazione pop. tosc. di assiolo (v.), un uccello rapace notturno.
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