Vedi NOVAE dell'anno: 1973 - 1996
NOVAE
Uno dei piu importanti castelli e città della Moesia Inferiore. È sita a circa 4 km ad E dell'odierna città bulgara di Svistov, nella località Stâklen sull'alta riva destra del Danubio.
Inizialmente in quel luogo esisteva un abitato tracio del I millennio a. C. All'inizio del I sec. a. C. vi veniva costruito un campo militare che, ai tempi di Claudio e di Vespasiano, servì da sosta alla VIII Legione di Augusto (46-69) in seguito sostituita dalla I Legione Italica della quale N. divenne il campo centrale (Itin. Ant. Aug., 224, 4); la Not. Dignitatum (xl, 30), la menziona quale sede del prefetto della stessa legione. Intorno all'accampamento sorse un abitato (canabae) che si fuse con la guarnigione, e si costituì come città probabilmente con ordinamento municipale ai tempi di M. Aurelio o dei Severi. Il nome è latino con forma nominativa, Novae. Si riscontra anche la forma dell'accusativo Novas (Tab. Peut., Miller, I. R., col. 505) e quella greca Νοοῦαι (Ptol., iii, 10, 5).
Nell'anno 250 a N. scendono i Goti sotto il comando di Cniva (Iord. Get., 101); la città è menzionata anche in relazione alla marcia di Attila nel 441. N. fu residenza del principe ostrogoto Teodorico prima che questi raggiungesse l'Italia. Nel V sec. N. fu sede dei vescovi Petronio, Secundiano e Pietro subordinati all'arcivescovo di Marcianopolis. Ai tempi di Giustiniano I vennero restaurate le parti distrutte delle mura (Procop., De aedif., iv, 11). Il nome della città si riscontra anche in Theoph. Simocattae (viii, 3), in relazione alla marcia di Comenciolo dell'anno 602.
N. era situata sulla strada che lungo il Danubio portava a Singidunum lungo la riva destra del fiume verso il Mar Nero. Tramite una deviazione si collegava alla strada di Traiano, che dai Carpazi, attraverso Oescus e i Balcani, conduceva a Philippopolis e a Costantinopoli. Una terza strada usciva dalla città e portava a Nicopolis ad Istrum e ad Augusta Traiana. Dal 1960 a N. sono condotti scavi congiunti bulgaro-polacchi che si effettuano ogni anno. Si è definito il piano della città, che comprendeva circa 30 ha, ed era circondata da mura. Sono state individuate 12 torri a forma di U e rettangolari; sul lato a S delle mura una piccola torre-porta, e su quello occidentale, una porta monumentale della città. È stata scoperta parte della rete stradale e un grande edificio pubblico con cortile a peristilio, a ipocausto e piscine, probabilmente le terme. Inizialmente la città era di dimensioni minori ed occupava l'attuale metà occidentale della fortezza. Più tardi, con l'intensificarsi delle incursioni barbare, venne cinta di mura fortificate anche la parte orientale della città. Dagli scavi provengono in abbondanza oggetti varî: monete, iscrizioni, frammenti di statue e bassorilievi, statuette di bronzo, lapidi sepolcrali, lapidi votive dedicate a varie divinità sia del pantheon greco-romano che di quello di origine locale e orientale. È stata rinvenuta anche ceramica locale e di importazione romana, ecc. Parte dei monumenti è realizzata nello stile dell'arte ufficiale romana, parte, invece, reca i segni delle tradizioni locali; una terza va collegata alla cultura delle tribù barbare che investono l'Impero dall'Est.
N. non è stato solo un importante centro militare e strategico sul Danubio, ma anche un importante centro economico e culturale della Moesia Inferiore.
Bibl.: E. Polaschek, in Pauly-Wissowa, XVII, 1936, c. 1125 s.; B. Gherov, Die Rechtsstellung der untermösischen Stadt Novae, in Akte des IV Inter. Kongresses für griechische und lateinische Epigraphik, Vienna 1964, pp. 128-133; D. P. Dimitrov e collaboratori, Scavi archeologici nel settore orientale di Novae (in lingua russa), in Bulletin de l'Institut archéologique bulgare, XXVI-XXX, 1963-67; K. Majevski e collaboratori, Scavi archeologici nel settore occidentale di Novae (in lingua russa), ibid., XXVI-XXX, 1963-67; K. Majevski e collaboratori, Novae, Resoconto preliminare sugli scavi (in lingua polacca), in Archeologia, Varsavia XII-XVII, 1961-66.
(M. Čičikova)