Titolo in uso fin dal 16° sec. di una raccolta di novelle, in alcuni codici intitolata Cento novelle antiche o Libro di novelle e di bel parlar gentile, della fine del 13° sec., opera di un ignoto fiorentino. Ne esistono due redazioni: quella originale di 100 novelle e una seconda, di 156 novelle, ampliamento della precedente, opera di diverso autore. Il novelliere è un borghese colto, che trae profitto da molte letture e sa cogliere momenti di vita vissuta; narra di uomini e di eventi orientali, classici, biblici, medievali, con l’intenzione di offrire una raccolta di ‘esempi’, per così dire, laici, validi cioè per la vita d’ogni giorno di un cavaliere o mercante. L’opera è considerata la migliore prosa d’arte dei primordi della letteratura italiana.
N. è anche il titolo di un’opera di Masuccio Salernitano (1476), raccolta di 50 novelle d’argomento prevalentemente amoroso e di satira del clero.