NOVIO Plauzio (Novios Plautios)
Artista, noto soltanto dalla breve iscrizione della cista Ficoroni (v. argonauti; cista; ficoroni): Novios Plautios med Romai fecid Dindia Macolnia fileai dedit. Sebbene sia questa l'unica firma di artista che appaia sui prodotti dell'industria prenestina, intorno a N. P., all'opera sua, all'epoca in cui visse non è concorde il giudizio degli archeologi.
N. P. non è romano; alcuni lo ritengono prenestino, altri, più verosimilmente, osco, e il prenome osco Novios, col nome romano Plautios, farebbe pensare a un liberto campano della nobile famiglia dei Plauzî. La scena relativa al mito degli Argonauti, che l'artista incise con nobilissime forme sul corpo della cista, dono nuziale di Dindia Macolnia alla figlia, è certamente derivata, per vie a noi oscure, da un originale della grande pittura greca; ma anche se l'artista non è stato l'inventore dell'ampia composizione, ciò non diminuisce il suo valore: egli ci ha conservato nell'opera sua la più alta espressione del disegno antico in ambiente italico, apparizione improvvisa e isolata di un'arte, di cui finora non ci è dato ritrovare né i precedenti né i derivati, e che si può comprendere soltanto qualora s' inquadri in quella corrente d'arte greco-italica proveniente dalla Campania che nel III-II sec. a. C. tanta influenza ha avuto su Roma (cfr. O. Jahn, Die Ficoronische Cista, Lipsia 1852, p. 60 segg.).
Lo stile del graffito, la lingua e i caratteri epigrafici della breve iscrizione c'inducono a porre l'attività di N. P. tra gli ultimi anni del sec. IV e il principio del sec. III a. C.
Bibl.: W. Helbig e W. Amelung, Führer öff. Samml. Rom. 3ª ed., Lipsia 1913, II, n. 1752, p. 303; A. Della Seta, Museo di Villa Giulia, Roma 1918, p. 481 segg. (ivi precedente bibl.); W. Klein, Geschichte der griech. Kunst, III, Lipsia 1907, p. 330; C. Albizzati, in Mélanges d'arch. et d'histoire, XXXVII (1918-19), pp. 140 segg., 153, 169 segg. (confronti tra il graffito della Ficoroni e un gruppo di vasi vulcenti); A. Furtwängler e K. Reichhold, Griech. Vasenmalerei, testo alla tav. 177, p. 352 segg.