nozze
L'allusione al mancato matrimonio fra un Buondelmonti e una fanciulla degli Amidei (Pd XVI 141) è l'unico riferimento del termine a un fatto storicamente documentato, cui può aggiungersi il ricordo delle bibliche n. di Cana (Pg XXII 143), per cui cfr. Ioann. 2, 1 ss. In Fiore CLXVI 6 il sostantivo, in dittologia sinonimica, assume valore del tutto generico: vada a 'nozze e a festa.
Nelle altre due occorrenze il termine, sempre in senso traslato, si lega all'idea del cibo, assumendo quindi il senso quasi di " convito nuziale ": così nella metafora di Cristo, visto come il melo / che del suo pome li angeli fa ghiotti / e perpetüe nozze fa nel cielo (Pg XXXII 75), " perché la visione di Lui... è il perpetuo néttare e ambrosia de gli Angeli e de l'anime beate " (Vellutello; all'Andreoli, che intese diversamente, non piacquero " quelle perpetue nozze del melo con essi [Angeli], le quali non aggiungono certamente grazia a questo luogo già poco felice "). 'Così in Pd XXX 135, dove il concetto " prima che tu muoia " è espresso da Beatrice, nell'Empireo, con prima che tu a queste nozze ceni, " salga a questo eterno e allegro convivio " (Daniello); cfr. la gran cena / del benedetto Agnello (XXIV 1-2) e Apoc. 19,9 " Beati qui ad cenam nuptiarum Agni vocati sunt ". Si veda anche l'unica occorrenza latina del termine: sponsus tuus [dell'Italia]... clementissimus Henricus... ad nuptias properat (Ep V 5).