Fiorda, Nuccio (propr. Giuseppe)
Compositore, nato a Civitanova del Sannio (Isernia) il 17 febbraio 1894 e morto a Roma il 14 dicembre 1975. Musicista di vasti orizzonti culturali, legato al Futurismo, come autore cinematografico coltivò esperienze di vario tipo: dal cinema italiano a quello statunitense, dalla commedia sofisticata al western, dai film di Frank Capra a quelli di John Ford. Priva di un denominatore comune, la musica di F. resta legata al tempo di un valzer: quello composto per la colonna sonora italiana di Holiday (1938; Incantesimo), commedia di George Cukor con Katharine Hepburn e Cary Grant. Una musica che, per tutti gli anni Quaranta e oltre, godette di ampia popolarità indipendentemente dal film per cui era stata concepita.
Dopo gli studi di composizione (ebbe tra i suoi docenti O. Respighi) e il diploma all'Accademia filarmonica di Bologna nel 1919, F. iniziò subito ad alti livelli l'attività di maestro sostituto, affiancando P. Mascagni (Il piccolo Marat all'Arena di Verona, 1921) e soprattutto A. Toscanini, di cui fu assistente al Teatro alla Scala di Milano fino al 1923 e, molti anni dopo, biografo (Arte, beghe e bizze di Toscanini, 1969). Affascinato dalle sollecitazioni futuriste, in quegli anni già metabolizzate dalla critica musicale (il Manifesto tecnico della musica futurista risale al 1911), compose il poema sinfonico Procession sous la pluie (1922) che, eseguito a Parigi, s'inserì nel quadro sperimentale degli 'intonarumori' (i congegni sonori inventati dal pittore futurista L. Russolo), cui seguirono Partita su testi futuristi e il balletto Il serraglio (in collaborazione con M. Labroca). Il gusto della sperimentazione lo spinse a misurarsi, già prima dell'avvento del sonoro, con il linguaggio cinematografico: nel periodo del muto diresse le orchestre di varie sale romane, eseguendo nel corso delle proiezioni motivi da lui composti o, più spesso, arrangiati (di particolare rilievo il suo commento musicale, in affiancamento a quello di Arthur Honegger, per il Napoléon, 1927, Napoleone, di Abel Gance). E proprio a F. spettò di scrivere la prima colonna sonora incisa in Italia per il cortometraggio L'orologio magico (1929).
In seguito compose le musiche sia per film italiani sia per le edizioni italiane di film stranieri. Sul primo versante occorre citare il cupo e realistico Rotaie (1930) di Mario Camerini e commedie più distese, come Maddalena zero in condotta (1940) di Vittorio De Sica, oltre a L'anonima Roylott (1936) di Raffaello Matarazzo, in cui tornò a utilizzare suggestioni futuriste, e Fedora (1942) di Camillo Mastrocinque, dove si trattò di adattare la musica dell'opera omonima di U. Giordano. Al secondo filone appartengono invece il film di Capra It happened one night (1934; Accadde una notte), un classico della commedia sofisticata come My man Godfrey (1936; L'impareggiabile Godfrey) di Gregory La Cava, Holiday di Cukor, che fu il vero trionfo della sua carriera, e Stagecoach (1939; Ombre rosse) di Ford.
Gli anni Sessanta segnarono un ritorno di F. alla musica 'colta' con quello che, di fatto, rimase il suo unico esperimento operistico (un secondo lavoro restò inedito): Margot. Opera rischiosa per ragioni di censura, dato l'argomento (la vita dissoluta della regina Margot), dopo un'esecuzione in forma radiofonica (1962) si poté rappresentare solo quattro anni più tardi, in un contesto sperimentale come il Teatro delle novità di Bergamo e con il divieto ai minori di diciotto anni.
L. Conti, Fiorda, Giuseppe, in Dizionario biografico degli Italiani, Istituto della Enciclopedia Italiana, 48° vol., Roma 1997, ad vocem.