NUMENIO (Νουμήνιος, Numenius) di Apamea
Filosofo neopitagorico, vissuto nella seconda metà del sec. II d. C. È uno dei principali rappresentanti del processo di transizione che dal platonismo conduce al neoplatonismo. Da un lato considera come supremo maestro Pitagora e ne fa dipendere Platone, dall'altro vede in quest'ultimo un erede della sapienza orientale e gli dà addirittura il nome di "Mosè parlante in greco" (Μωυσῆς ἀττικίζων "Mosè atticizzante"), tradendo così l'influsso su lui esercitato da Filone Ebreo.
Tra i suoi scritti, di cui rimangono solo frammenti, sono specialmente da ricordare quelli dedicati a Platone: Περὶ τῶν παρὰ Πλάτωνι ἀπορρήτων (Sulle dottrine segrete di Platone); Περὶ τἀγαϑοῦ (Sul bene); Περὶ τῆς τῶν 'Ακαδημαικῶν πρὸς Πλάτωνα διαστάσεων (Sul dissenso degli Accademici da Platone). E dal Timeo platonico, rielaborato in senso che già preannuncia il neoplatonismo, egli deriva la sua concezione cosmologica. Alla divinità demiurgica, creatrice del mondo, egli sovrappone infatti una divinità suprema che nella sua divina perfezione non crea, ed è, aristotelicamente, puro pensiero; mentre il mondo creato è per lui, a sua volta, divino, ma in terzo e infimo grado. Si vede con ciò come questa trinità teologica anticipi già, sotto qualche aspetto, la trinità neoplatonica delle ipostasi.
La migliore raccolta di frammenti è quella curata da F. Thedinga (De N. philosopho Platonico, Bonn 1875), il quale attribuisce inoltre a N. anche brani tramandati nel corpus plotiniano (v. Hermes, LII, 1917, p. 592 segg.; LIV, 1919, p. 249 segg.; LVII, 1922, p. 189 segg.).
Bibl.: F. Thedinga, negli scritti citati; K.S. Guthrie, N. of A., Luzac 1917. Bibliografia più particolare in Ueberweg-Praechter, Grundr. d. Gesch. d. Philosophie, I, 12ª ed., Berlino 1926, pp. 169*-70*.