numerali [prontuario]
I ➔ numerali cardinali sono quasi tutti aggettivi, plurali e invariabili, compreso zero: sei bicchieri, ventiquattro ore, zero gradi. L’unico cardinale singolare è uno, che segue le regole morfosintattiche dell’➔articolo indeterminativo omofono e ammette il femminile una: uno zaino, un libro, un amico, una penna, un’amica; il plurale uni è usato solo come correlativo di altri: gli uni e gli altri.
I primi dieci ordinali sono: uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci. Nella seconda decina distinguiamo gli ordinali in -dici finale (tutti pronunciati sdruccioli): undici, dodici, tredici, quattordici, quindici, sedici, da quelli in dici- iniziale: diciassette, diciotto, diciannove. Da ventuno a novantanove gli ordinali sono composti dalla decina (venti, trenta, e poi le decine in -anta: quaranta, cinquanta, sessanta, sessanta, settanta, ottanta, novanta) più l’unità, con caduta della vocale finale della decina seguita da uno e otto e pronuncia tronca (più relativo uso dell’accento grafico) dei composti con tre, ad es. ventuno, trentadue, quarantatré, cinquantaquattro, sessantacinque, settantasei, ottantotto, novantanove.
Le centinaia sono espresse da cento preceduto dall’unità: duecento, trecento, ecc., sicché avremo, ad es. 123 / centoventitré, 905 / novecentocinque, con grafia unita (si consideri anche la particolare pronuncia sette e trenta, sette e quaranta, per i modelli fiscali 730 e 740); dugento e secento, usati talvolta per indicare i secoli, sono forme toscaneggianti e arcaizzanti per duecento e seicento (un po’ più vitali nei derivati dugentesco e secentesco).
Il migliaio si esprime con mille, ma le migliaia si indicano con mila preceduto da un cardinale da 2 a 999: duemila, tremila, ecc., 654.321 / seicentocinquantaquattromilatrecentoventuno. Le migliaia seguite dalle sole centinaia possono anche essere pronunciate come, ad es., 1600 / mille e sei, purché il contesto permetta di distinguere chiaramente 1600 da 1006; indicando un anno, si possono omettere migliaia e centinaia, in particolare quando l’anno è storicamente rilevante (nella scrittura si indicherà l’omissione con un ► apostrofo): il ’48, il ’68.
Milione e miliardo sono nomi: hanno la forma plurale, sono preceduti da un altro cardinale che svolge il ruolo sintattico di attributo e, quando la cifra non è tonda al milione / miliardo, sono seguiti da un altro cardinale separato dalla congiunzione e: un milione, due milioni, ecc.; un miliardo, due miliardi, ecc.; 2.100.000 / due milioni e centomila; la cifra tonda al milione / miliardo richiede il partitivo, ad es. un milione di abitanti, due miliardi di euro.
Lo zero si può trovare scritto al posto delle decine, ma non va pronunciato, nelle date: 09/09/1974; va invece pronunciato quando è a destra della virgola nei decimali: 2,05 / due virgola zero cinque / due e zero cinque; ma, qualora la cifra esprima un prezzo, si dirà piuttosto due (euro, dollari, ecc.) e cinque centesimi.
I numerali cardinali si scrivono alfabeticamente in testi comuni o negli appositi spazi di moduli bancari, postali, ecc.; si adottano invece le cifre arabe con i numeri lunghi, con i numeri decimali, nelle ► date e in testi tecnici (ad es., matematici, scientifici o economici). Sono possibili anche scritture miste, per es. un milione 500 mila. Di norma i cardinali precedono il nome, ma possono anche seguirlo in usi burocratici: donna di anni cinquanta (➔ burocratese).
Nell’indicazione di prezzi, nell’uso popolare, anche se il numerale indica migliaia, vengono lette solo le cifre rilevanti e non gli zeri: quindi 5.400 può essere letto «cinque e quattro»; del pari, può esser letto «cinque e quattro» anche 5.400.000.
I numerali ordinali sono tutti aggettivi declinabili per genere e numero: primo, prima, primi, prime. I primi dieci ordinali sono: primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottavo, nono, decimo. Da undicesimo in poi, gli ordinali sono composti dal cardinale più il suffisso -èsimo con caduta della vocale finale del cardinale e accentuazione proparossitona: undicesimo, dodicesimo, centoventesimo, milionesimo. Quando il cardinale di base esce in -tré la vocale finale si mantiene: ventitreesimo; quando invece il cardinale di base esce in -sei, si ha la doppia forma: trentaseesimo / trentaseiesimo, anche se l’unica effettivamente usata è questa seconda.
I numerali ordinali possono essere scritti: (a) alfabeticamente: trentunesimo; (b) con le cifre romane: XXXI; (c) con le cifre arabe seguite da una lettera minuscola, in genere in apice, che ne esplicita genere e numero: 31°; (d) con il cardinale in cifre arabe seguito dal suffisso -esimo (scritto senza trattino; soluzione molto rara): 25esima. L’uso delle cifre romane è l’unico per scrivere i secoli (► secoli, nomi dei) e i nomi di re e papi. Gli ordinali, di norma, precedono il nome, ma lo seguono nei nomi di re e papi (Federico II, Pio X) e nell’indicazione di atti e scene in testi teatrali (atto primo, scena prima). Secondo un uso meno frequente e più ricercato, gli ordinali usati per i secoli e per i nomi di re e papi possono adottare la forma del tipo decimo primo, ovvero composta da doppio ordinale per le decine e le unità: in questo caso l’ordinale seguirà sempre, anche con i secoli, il nome e si potrà trovare l’arcaizzante vigesimo per ventesimo: Giovanni XXIII / Giovanni vigesimo terzo.
Negli ordinali frazionali il numeratore è sempre espresso da un cardinale e il denominatore, di norma, da un ordinale maschile, singolare quando il numeratore è uno, plurale quando il numeratore è superiore a uno: ¼ e un quarto, ¾ e tre quarti. Quando il denominatore è due non si ha secondo, bensì mezzo, ad es.: ½ e un mezzo; quando è un numero alto, viene espresso preferibilmente con un cardinale preceduto da su o da fratto, es.: 10/431 si esprime dieci su quattrocentotrentuno / dieci fratto quattrocentotrentuno.
Le serie dei numerali moltiplicativi non sono complete; si hanno infatti solamente i nomi: doppio, triplo, quadruplo (molto rari quintuplo, sestuplo, settuplo, ottuplo, nonuplo, decuplo, centuplo) e gli aggettivi duplice, triplice, quadruplice (rarissimi e desueti quintuplice, sestuplice, settemplice, ottuplice, centuplice).