NUMERUS
È termine tecnico principalmente della musica, della poesia e della danza, ed equivale ai due termini greci metron e rhythmòs (in numerum exsultare; se movere extra numerum).
Il termine, sia nella espressione latina, che nelle due greche, è usuale nel lessico critico della retorica. Infatti, mentre un componimento poetico deve essere metrico e ritmico (il metro in questo caso riguarda le sillabe, il ritmo si manifesta anche fuori della sillaba e abbraccia anche fenomeni naturali come il galoppo di un cavallo, il battito delle ali, ecc.) o, come dicono i Greci, èmmetros ed èrrythmos; un discorso in prosa deve aver sì anch'esso i suoi numeri o métra o rhythmòi, ma debbono essere separati e lontani gli uni dagli altri, e quasi invisibili, pur essendo sentiti nella recitazione; la prosa deve essere èurythmos ed èumetros, deve avere una numerositas sapientemente disseminata nelle sue righe, a base di intervalli e di quantità sillabiche (Dion. Hal., 1109 R; Aristot., Rheth., iii, 8; Quint., ix, 4, 45).
Varia è l'applicazione della numerositas o del rhythmòs nelle scienze archeologiche; anzi nel caso del pondus (v.) e della quadratio (v.) delle statue; poi nella disposizione reciproca delle figure nelle metope e nei rilievi: nei quali è agevole riscontrare che l'artista ha volontariamente applicato o il ritmo cretico ⌣ - ⌣ quello dell'amfibraco - ⌣ - (due figure più alte ai lati e una più bassa al centro; una figura più alta tra due figure più basse), o quello più semplice del molosso ⌣ ⌣ ⌣ (tre figure isocefale) o il bacchio (- ⌣ ⌣) col palimbacchio (⌣ ⌣ -); il coriambo e l'antispasto (⌣ - - ⌣; - ⌣ ⌣ -); il dattilo e l'anapesto (⌣ - -; - - ⌣); e così via fino ai ritmi più complicati, come il docmio e gli ionici (- ⌣ ⌣ - ⌣; ⌣ ⌣ - -; - - ⌣ ⌣). Una ricerca di questo genere però, non esiste ancora.
Una speciale accezione di numerosus è da registrare in Plinio (Nat. hist., xxxiv, 58) a proposito di Mirone (v. mirone; veritas) numerosior in arte quam Polycletus. Questa frase è molto oscura in quanto non si vede bene questa eccellenza mironiana rispetto al più famoso Policleto. Evidentemente numerosus qui va inteso nel senso limitativo critico-retorico di èumetros o èurythmos; Mirone cioè "sa scegliere bene e collegare ritmicamente i varî segmenti del corpo; ma lungi dal costruire un unico e solo ritmo, per volontà sua, o per incapacità, lascia intervallati e separati questi elementi; è un artefice che dissemina qua e là zone ritmiche (numeri) nella sua opera, senza però riuscire a darle l'aspetto di un monumento a ritmo unico e costante".
Bibl.: S. Ferri, in Riv. Istituto Arch. St. Arte, VII, 1940, p. 145.