NÚÑEZ CABEZA DE VACA, Alvaro
Spagnolo, nato nell'Estremadura nel 1507 e mortovi nel 1559 (secondo alcuni storici le date della nascita e della morte dovrebbero essere spostate rispettivamente al 1490 e al 1564). Di nobile famiglia, fra i pochi Spagnoli che, passati in America all'epoca dei conquistadores, non si lasciarono da essi attrarre, ma si dedicarono alle esplorazioni. Rientrato Pánfilo de Narvȧez in patria dopo la spedizione da lui intrapresa contro Cortés al Messico, per ordine di Velázquez, e ottenuto il titolo di "adelantado" per la conquista della Forida e dei territori che avrebbe scoperto tra il Río de las Palmas e i limiti di tale penisola, il Nuñez partì al seguito del Narváez, il 29 giugno 1527, col grado di "alguacil mayor" e quale tesoriere della spedizione. Giunti al Nuovo Mondo e sbarcati, almeno come si deve ritenere, nella baia Apalachee, gli uomini della colonia Narváez-Nuñez (circa trecento persone) iniziarono l'esplorazione dell'interno della regione. Avventuratisi sul Mississippi, le rapide di tale fiume ebbero, in breve tempo, ragione di tutti questi animosi, sommergendoli a eccezione del N., di due altri Spagnoli - Castillo e Dorantes - e di uno schiavo negro, Esteban. Prigionieri di una tribù indigena della baia di Matagorda, il N. e i suoi vissero per sei anni in cattività, evitando la morte per la pratica della medicina che permise loro di essere considerati quasi santoni. Avventuratisi, una volta riconquistata una parvenza di libertà, verso il sud, il 12 maggio 1536 riuscirono a raggiungere la città di San Miguel de Culiacán, in Sinaloa. Esposte al Coronado, governatore della Nueva Galicia, le peripezie attraverso le quali egli e i suoi compagni erano passati, nonché una relazione dello stesso N. sulle cose viste, il Coronado diede incarico al negro Esteban di guidare una missione al nord della Nueva Galicia.
Tornato in Spagna nel 1537, il N. venne nominato governatore della colonia del Plata; mentre era in navigazione verso la nuova sua residenza, naufragò sulle rive del Paraguay che, per primo, egli esplorò. Arrivato nel 1542 (15 marzo) in Asunción, vi rimase fino al 1544, anno nel quale, arrestato in seguito a intrighi del suo luogotenente Domingo de Irala, fu costretto a rimpatriare; condannato all'esilio in Africa, rimase in tale continente per otto anni; perdonato o amnistiato dal re, gli fu possibile nel 1552 rivedere la Spagna dove ebbe la carica di giudice nel tribunale supremo di Siviglia. Morì nel 1559 o nel 1564.
Su queste sue esplorazioni, il N. pubblicò dii ersi lavori, quali Naufragius de A. N. de V. (Zamora 1542, Valladolid 1555); Catalogo-exposición historico-europea dedicada al Il.mo Sr. Obispo di Almeria, Comentarios de don A. N. C. dc V., adelantado y gobernador del Río de la Plata (pubblicato, coi Naufragios, in edizione moderna nel vol. XXII della Biblioteca de Rivadeneyra).
Bibl.: F. Bandolier, Journey of A. N. C. de V., New York 1905.