NÚÑEZ de TOLEDO y GUZMÁN, Fernando
Umanista e poligrafo spagnolo, nato a Valladolid intorno al 1475, morto a Salamanca nel 1553. Al nome del padre, che ricoprì varie cariche alla corte di Enrico IV, e della madre, che apparteneva alla nobile famiglia dei Guzmán, il N. era solito far seguire l'appellativo di "Pinciano" (Fredinandus Nunius Pincianus); in seguito egli stesso amò chiamarsi "el comendador griego" per la sua dottrina classica e per la sua collaborazione alla Bibbia poliglotta di Alcalá (1514). Dopo avere studiato a Valladolid, si perfezionò nel collegio di S. Clemente a Bologna (1490); ritornato in patria, fu precettore, editore e maestro di retorica all'università di Alcalá, finché a Salamanca successe nella cattedra di greco al Nebrija (1523). Trascorse il resto della sua vita in una fecondissima attività di esegeta di testi latini e greci, diffondendo il gusto umanistico.
Oltre alle edizioni di Seneca (Opera, Basilea 1529), di Pomponio Mela (1542), di Plinio (1544), corredate di osservazioni linguistiche ed esplicative, e qualche volta di buone traduzioni, si deve al N. un ricco commento alle Trescientas di Juan de Mena, a cui egli lavorò a lungo e in varie edizioni, contribuendo alla diffusione di quella vigorosa opera poetica, sebbene ne appesantisse l'apparato erudito e il carattere allegorico. A cura del discepolo León de Castro apparve nel 1555 una collezione di Refranes, che il N. aveva raccolti e in parte commentati; essa è la più copiosa antologia di proverbî (8331), di grande interesse anche dal punto di vista comparativo, poiché vi sono richiamati anche quelli francesi, italiani, portoghesi, asturiani, ecc., oltre che castigliani.
Bibl.: J. Ortega Rubio, F. N. de G., estudio bio-bibliogr., in Revista contemporánea, CXXIV (1902); R. Foulché-Delbosc, Le "Commandeur Grec" a-t-il commenté le "Laberinto"?, in Revue hisp., X (1903), pp. 105-116; P. Groussac, Le commentateur du "Laberinto", ibid., XI (1904), pp. 164-224.