Johnson, Nunnally (propr. James Nunnally)
Sceneggiatore, regista e produttore cinematografico statunitense, nato a Columbus (Georgia) il 5 dicembre 1897 e morto a Los Angeles il 25 marzo 1977. In grado di trattare con maestria qualsiasi soggetto, nella sua trentennale carriera J. scrisse numerosi film di ottimo livello, cimentandosi con esiti felici nella commedia, sia leggera sia sofisticata, nel western, nel backstage musical, nei film d'avventura e nel giallo, anche se suoi temi prediletti furono sempre la storia e il mito americani. Componente della piccola schiera di raffinati autori della East Coast reclutati per sostenere l'industria cinematografica nella transizione dal muto al sonoro, J. lavorò alla Fox (poi 20th Century-Fox), presso la quale rimase per la maggior parte della restante carriera e dove, con Philip Dunne e Lamar Trotti, fu uno degli sceneggiatori più prolifici, colti e stimati, e uno dei preferiti di Darryl F. Zanuck. Divenuto ben presto produttore, negli anni Cinquanta cominciò anche a dirigere i propri film. I suoi eccezionali meriti gli furono riconosciuti con l'assegnazione nel 1958 del Laurel Award conferitogli dalla Writers Guild.
Iniziò la sua carriera come inviato per alcuni quotidiani della Georgia e poi di New York ("The Brooklyn daily eagle", "The New York herald tribune"), dedicandosi successivamente alla scrittura di brevi racconti, spesso di carattere umoristico, apparsi negli anni Venti in "The Saturday evening post" e in altre riviste e in seguito raccolti nel libro There ought to be a law (1931). Nel 1927 da uno di questi racconti fu tratto il film Rough house Rosie (Una maschietta tutto pepe) di Frank R. Strayer, interpretato da Clara Bow. Nel 1932 J. cominciò a scrivere direttamente per il cinema, collaborando in principio con altri sceneggiatori e a partire dal 1934, da solo, realizzando film di qualità spesso prodotti sotto la supervisione personale di Zanuck. Alla Fox collaborò alla sceneggiatura di Bulldog Drummond strikes back (1934; Un'ombra nella nebbia) di Roy Del Ruth, sequel del popolarissimo Bulldog Drummond (1929) di F. Richard Jones, con Ronald Colman, sapiente mescolanza di commedia e suspense, cui seguì il dramma storico, tratto da una pièce di G.H. Westley, The house of Rothschild (1934; La casa dei Rothschild) di Alfred L. Werker. Autore versatile, collaborò anche a musical di buon livello, scrivendo dialoghi brillanti da intervallare alle canzoni, tra questi Kid millions (1934; Il tesoro dei faraoni) con Eddie Cantor e Thanks a million (1935) con Dick Powell e Fred Allen, entrambi di Del Ruth, e Banjo on my knee (1936; La canzone del fiume) di John Cromwell, basato su un romanzo di H. Hamilton, con Barbara Stanwyck.
The prisoner of Shark Island (1936; Il prigioniero dell'Iso-la degli squali) aprì una nuova fase nella carriera di Johnson. Questo dramma storico incentrato sul medico Samuel Mudd che, ingiustamente accusato dell'assassinio di A. Lincoln commesso da J.W. Booth, si comportò eroicamente durante la reclusione a Shark Island, fu la prima delle due sceneggiature originali firmate da J. e segnò anche l'incontro con John Ford. La seconda fu quella ideata per Jesse James (1939; Jess il bandito), storia di due fratelli fuorilegge, interpretata da Tyrone Power e Henry Fonda e con l'appassionata regia di Henry King. Splendida ricostruzione di un fatto storico, per quanto trasfigurato in senso romantico, il film fu anche il primo progetto di J. come produttore associato della 20th Century-Fox. Wife, husband and friend (1939; Siamo fatti così), tratto da un romanzo di J.M. Cain, e Rose of Washington Square (1939; La rosa di Washington), ispirato alla vera vita di Fanny Brice, entrambi diretti da Gregory Ratoff, precedettero quello che può essere considerato il capolavoro di J.: Grapes of wrath (1940; Furore), adattamento dell'omonimo romanzo di J.E. Steinbeck. Vincitore del premio Pulitzer, il romanzo (1939), che narra l'odissea della famiglia Jod diretta verso la California in cerca di fortuna durante la siccità e la carestia degli anni Trenta, sebbene incensato dalla critica, aveva suscitato molte polemiche e la sua carica di critica sociale aveva spaventato molti produttori. La Fox decise però di comprare i diritti del libro e ne affidò la trasposizione cinematografica a Ford. Lavorando a stretto contatto con il regista, J. (ancora una volta nel duplice ruolo di sceneggiatore e di produttore associato) attenuò i toni sanguigni e gli aspetti di denuncia sociale del testo di Steinbeck, focalizzando l'attenzione sui temi dell'amore per la terra, dell'unità familiare e dello spirito indomito dell'uomo. Il risultato fu il grande successo cinematografico del 1940, che ebbe sette nominations, inclusa quella per la migliore sceneggiatura. Dopo aver lavorato di nuovo con Ford per Tobacco road (1941; La via del tabacco), ispirato al romanzo omonimo di E. Caldwell e basato sulla versione teatrale di J. Kirkland, J. scrisse The Moon is down (1943; La luna è tramontata) di Irving Pichel adattando per lo schermo un altro romanzo di Steinbeck. Negli anni Quaranta J. realizzò in media un film all'anno, prediligendo commedie piacevoli ma superficiali interpretate da divi quali Monty Woolley (Holy matrimony, 1943, Una moglie in più, di John M. Stahl, che valse a J. la seconda nomination all'Oscar), Gary Cooper (Casanova Brown, 1944, Le tre donne di Casanova, di Sam Wood, e Along came Jones, 1945, Il magnifico avventuriero, di Stuart Heisler), e William Powell (Mr. Peabody and the mermaid, 1948, Il signore e la sirena, di Pichel). Per registi di maggior spessore firmò le sceneggiature di film memorabili come Roxie hart (1942; Condannatemi, se vi riesce!) di William A. Wellman, adattamento dai toni caricaturali e paradossali della commedia Chicago, e The woman in the window (1945; La donna del ritratto), uno dei migliori noir statunitensi di Fritz Lang. Se un malizioso umorismo costituiva il segno distintivo di J., egli riuscì a ottenere risultati altrettanto eccellenti in un thriller come The dark mirror (1946; Lo specchio scuro), diretto da Robert Siodmak, e in Three came home (1950; …E la vita continua), un sobrio film di guerra interpretato da Claudette Colbert per la regia di Jean Negulesco.L'attività di J. proseguì intensa negli anni Cinquanta, a cominciare dalla realizzazione di The desert fox (1951; Rommel, la volpe del deserto), convincente ricostruzione delle imprese del generale Rommel diretto da Henry Hathaway, cui seguirono per Negulesco The mudlark (1950; Un monello alla corte di Inghilterra), Phone call from a stranger (1952; Telefonata a tre mogli) e How to marry a millionaire (1953; Come sposare un milionario), ultima sceneggiatura che J. firmò prima di cimentarsi nella regia. Come regista, peraltro, dimostrò di essere privo di stile e di ritmo, e degli otto film da lui diretti (tutti tranne uno prodotti dalla 20th Century-Fox) che lo coinvolsero sempre anche come sceneggiatore, The three faces of Eve (1957; La donna dai tre volti), uno psicodramma su una donna con tre personalità contrastanti interpretata da un'intensa Joanne Woodward, fu quello che ebbe maggior successo, mentre The man who understood women (1959; L'uomo che capiva le donne), un melodramma tratto da un romanzo di R. Gary e interpretato da Henry Fonda, resta la sua prova più matura e convincente.Abbandonata la regia, J. scrisse altre sceneggiature, come le piacevoli commedie Mr. Hobbs takes a vacation (1962; Mister Hobbs va in vacanza) e Take her, she's mine (1963; Prendila, è mia), entrambi con James Stewart e diretti da Henry Koster. In particolare, insieme a Lukas Heller, J. firmò la sceneggiatura di un film di enorme successo, The dirty dozen (1967; Quella sporca dozzina) diretto da Robert Aldrich e tratto da un romanzo di E.M. Nathanson, violento film di guerra che ha per protagonisti dodici galeotti addestrati per una missione suicida durante la Seconda guerra mondiale. Nel 1981 è uscita una raccolta delle sue lettere (The letters of Nunnally Johnson).
N. Johnson, Flashback: Nora Johnson on Nunnally Johnson, New York 1979; T. Stempel, Screenwriter: the life and times of Nunnally Johnson, New York 1980.