nunziare
E se tutti al suo [della Sapienza] conspetto venire non potete, onorate lei ne' suoi amici e seguite li comandamenti loro, sì come [quelli] che nunziano la volontà di questa etternalé imperadrice (Cv III XV 18).
Tra i manoscritti del Convivio soltanto il gruppo C offre testimonianza di un comprensibile annunziano; mentre le altre fonti, per la maggior parte, ci hanno tramandato initiano, nitiano, uitiano, in alcuni casi, addirittura, il copista ha lasciato lo spazio in bianco, segno evidente che la forma gli era incomprensibile: Il Vandelli ha proposto la lezione nunziano, graficamente prossima alle oscure varianti offerte dai manoscritti; mentre, più recentemente, la Simonelli ha senz'altro sostenuto la forma annunziano, suffragandola con la validità del gruppo cui risale. Invece il Pézard ha formulato l'ipotesi che il termine originale fosse iniano (da lui sostenuta anche per Pd XXXIII 44), tratta dal verbo latino inhiare, " contemplare ", già usato in VE II X 1 per esprimere un desiderio di penetrazione intellettuale. E dunque D. esorterebbe gli uomini, incapaci da soli di penetrare il mistero divino, a seguire la parola di quei privilegiati che contemplano (iniano) direttamente la volontà, cioè l'essenza divina, della Sapienza eterna.
Bibl. - A. Pézard, Le ‛ Convivio ' de D., sa lettre, son esprit, Parigi 1940, 103-111; M. Sampoli Simonelli, in " Studi d. " XXXI [1953] 160-161.