Vedi NYON dell'anno: 1963 - 1996
NYON (v. vol. V, p. 613)
A partire dagli anni '70, gli studi e le ricerche sulla Colonia Iulia Equestris sono andati intensificandosi. Più precisamente, nel 1974 si scoprirono fortuitamente, durante lavori edilizi, i resti della basilica romana: quel ritrovamento fornì lo spunto per indagini più ampie, grazie alle quali si è ottenuta qualche maggiore indicazione sulla pianta della città antica, in gran parte nascosta sotto quella medievale e moderna. Nel 1978-81 lo scavo di una domus signorile ha gettato nuova luce sull'assetto urbanistico al di fuori dell'area centrale. Fra le scoperte epigrafiche va ricordata l'iscrizione in onore di un notabile, Quintus Severus Marcianus, con un lungo cursus honorum, in cui compare per la prima volta il titolo di dec(urio) col(oniae), ed è anche menzionata la carica, alquanto singolare, di praefectus arcendis latrociniis. Un secondo dec(urio) col(oniae) Eques(tris) è attestato in una iscrizione di Aquincum, finora inedita.
Storia della colonia. - Il problema della data di fondazione è ancora aperto. Si era pensato che potesse essere un preciso punto di riferimento il tesoro rinvenuto nel 1945 a Losanna-Vidy; ma analisi condotte più recentemente hanno, rivelato che le monete che facevano parte di tale tesoro non possono essere collocate cronologicamente in maniera puntuale: si oscilla fra il 44 e il 27 a.C. Su basi storiche, si può ipotizzare che la fondazione sia avvenuta fra il 50/49 a.C., anno della sistemazione provvisoria della Gallia Cornata appena conquistata, e il 45/44, anno in cui le deduzioni di veterani furono particolarmente intense.
È stato anche ipotizzato che la già ricordata carica di praefectus arcendis latrociniis fosse stata introdotta proprio nel momento della fondazione (van Berchem, 1982); più probabilmente deve invece essere considerata un fenomeno del II sec. d.C. Resta aperto anche il problema del passaggio dall'insediamento celtico alla città romana: i materiali più antichi di cui disponiamo (scavi di Rue de la Gare, 1978; scavi di Bel-Air, 1978-80) per quanto riguarda la Colonia Iulia Equestris sono databili solo agli anni 20-10 a.C.; materiale di più recente datazione deve essere studiato in maniera più approfondita. Del centro celtico sappiamo pochissimo, ma notevolissima doveva esserne, in ogni caso, la rilevanza strategica: gli Elvezî avevano più volte tentato, passando da qui, di invadere la Narbonensis; per questo era così importante assumerne il controllo.
Non si sa quasi nulla della fine della città romana e della sua trasformazione nell'Alto Medioevo. È chiaro però che il vicus di Ginevra - che all'epoca di Diocleziano fu distaccato da Vienna ed elevato al rango di civitas - debba aver preso in qualche modo il posto di N.: lo testimoniano i numerosi frammenti architettonici, provenienti in gran parte dal foro della Colonia lulia Equestris, che verso la fine del III sec. furono usati (certamente con l'avallo imperiale) per costruire le mura di Ginevra stessa.
Urbanistica. - La basilica di N. è caratterizzata da due fasi costruttive: primo terzo del I sec. d.C. e secondo terzo del medesimo secolo. Nella prima di queste due fasi, la pianta ricorda da vicino quella della basilica del vicus di Losanna; nella seconda, quella della basilica di Augusta Rauricorum (Augst).
Sembra che sia da abbandonare l'ipotesi, a suo tempo formulata, che N. avesse due fori, uno principale e uno secondario. Il foro era uno solo, e si estendeva dall'attuale Rue Delafléchère alla Rue Maupertuis; era separato dal cardo maximus (corrispondente all'attuale Grand'Rue) in due parti, area sacra a O e area «civile» a E, ed era provvisto di un criptoportico monumentale e di una basilica trasversale, che nella seconda delle due fasi già ricordate presentava tre navate e due absidi. È uno schema largamente diffuso nella Gallia Transalpina e nella Cisalpina: confronti più precisi sembra si possano stabilire con i fori di Aosta, Zuglio e Brescia. Del tempio, la cui presenza è ipotizzabile nell'area sacra, non si sono ancora rinvenuti resti. Si è tentata la catalogazione di tutti i frammenti di decorazione architettonica provenienti da qui, e trasportati già in antico, come si è visto, a Losanna e anche a Ginevra. Si sono individuati i resti di un'iscrizione monumentale con grandi lettere in bronzo, ma non è stata finora possibile nessuna ricostruzione del testo. Proviene molto probabilmente dal foro, nella sua seconda fase, un noto mosaico con paesaggio marino, detto «mosaico di Artemide».
È da ricordare che i primi resti del criptoportico, scoperti negli anni 1940-46, erano stati interpretati come resti di un mitreo: oggi tale ipotesi è da considerare superata.
Grazie agli scavi più recenti si conoscono oggi il macellum (Rossi, 1989) e le Terme (Rossi, 1991). Altre indagini in corso si riferiscono al territorio della colonia, e soprattutto alla rete stradale - in particolare, al dibattuto problema della strada che passava a S del lago di Ginevra - e alla centuriazione, i cui resti sono spesso di difficile individuazione.
Bibl.: In generale: R. Frei-Stolba, Die römische Schweiz: Ausgewählte staats- und verwaltungsrechtliche Probleme im Friihprinzipat, in ANRW, II, 5, 1, 1976, pp. 340-345; D. Paunier, L'archéologie gallo-romaine en Suisse romande: bilan et perspectives, in Etudes de lettres, I, 1982, pp. 5-28, in part. 10 ss.; P. Bonnard, La ville romaine de Nyon. Répertoire des fouilles et trouvailles. Bibliographie du site, Losanna 1988; W. Drack, R. Fellmann, Die Römer in der Schweiz, Stoccarda 1988, p. 45 ss.; AA.VV., Nyon, la ville et le musée romains (Guides archéologiques de la Suisse, 25), Nyon 1989; R. Fellmann, La Suisse gallo-romaine. Cinq siècles d'histoire, Losanna 1992, passim. - Notizie di scavi compaiono sulla Revue Historique Vaudoise e in JbSchwUrgesch.
Storia della colonia: L. Berger, Ur- und Frühgeschichte der Schweiz, IV, Basilea 1974, p. 61 ss. (insediamento gallico); J.-P. Morel, S. Amstad, Un quartier romain de Nyon. De l'époque augustéenne au IIIe siècle. Les fouilles de Bel-Air/Gare 9 - 1978-1982, Losanna 1990. - Fondazione e iscrizioni: M. H. Crawford, Roman Republican Coin Hoards, Londra 1969, n. 482; R. Frei-Stolba, Colonia lulia Equestris. Staatsrechtliche Betrachtungen zum Gründungsdatum, in Historia, XXIII, 1974, pp. 439-462; F. Mottas, Un nouveau notable de la Colonie Equestre, in ASchw, I, 1978, pp. 134-137; D. van Berchem, Les routes et l'histoire. Etudes sur les Helvètes et leurs voisins dans l'empire romain, Ginevra 1982, pp. 47-53; A. Abramenko, Ein weiterer Dekurio aus der Colonia Equestris, in ZPE, XCIX, 1993, pp. 214-216; J. L. Veuthey, Nyon et son praefectus arcendo latrocinio à la lumière des colonies de vétérans césaro-augustéennes de la Gaule Narbonnaise (diss., Università di Losanna 1993), pubblicato in Etudes de lettres, 1994, in corso di stampa.
Primi materiali romani: D. Weidmann, La ville romaine de Nyon, in ASchw, I, 1978, pp. 75-78; id., Nyon, in JbSchwUrgesch, LXII, 1979, p. 149; F. Christe, J. Morel, in Etudes des lettres, I, 1982, p. 105 ss. - Sul declino: D. van Berchem, Les routes et l'histoire..., cit., pp. 253-263.
Pianta della città, basilica e foro: P. Bridel, Le nouveau plan archéologique de Nyon, in ASchw, V, 1982, pp. 178-183; id., Forum romain. Etude d'architecture et d'urbanisme, in Revue Historique Vaudoise, XCII, 1984, pp. 244-246; id., Les basiliques du forum de Nyon (Colonia lulia Equestris), in RNord, LXXI, 1989, 280, pp. 59-65; F. Rossi, Nouvelles découvertes à Nyon (VD). Premiers résultats, in JbSchwUrgesch, LXXII, 1989, pp. 253-266; id., Nyon VD. Des thermes au nord du forum. Premiers résultats, ibid., LXXIV, 1991, pp. 221-224.
Sui mosaici: V. von Gonzenbach, Die römischen Mosaiken der Schweiz, Basilea 1961, p. 153 ss.
Strade e centuriazione: P. Collart, La route romaine du sud de Léman, in MusHelv, XXXV, 1978, pp. 283-294; F. Francillon, D. Weidmann, Photographie aérienne et archéologie vaudoise, in ASchw, VI, 1983, pp. 2-14; A. P. Krauer, Recherches sur l'occupation du territoire à l'époque romaine et au Haut-Moyen Age (diss., Università di Losanna 1984); D. van Berchem, Le nouveau Corpus des militaires (CIL XVII, 2) vu de Genève. Routes et milliaires du bassin lémanique, in MusHelv, XLIV, 1987, pp. 42-54; N. Pichard, M. Andres-Colombo, Recherches préliminaires sur la cadastration romaine dans le région lémanique, in JbSchwUrgesch, LXX, 1987, pp. 133-143; Ph. von Cranach, Ein Beitrag zur Limitationsforschung in der Schweiz, ibid., LXXIII, 1990, pp. 113-123.