AUBEAUX, o Desaubeaux
Famiglia di scultori francesi, forse originaria dei dintorni di Lilla, dove si trova un villaggio chiamato Les Aubeaux. Verso la fine del sec. XV Raymond risiedeva a Rouen, dove nel 1486 terminava le statue di S. Giacomo e di S. Caterina per il portale della cattedrale che dà sulla Cour des Libraires. Pierre, suo figlio o suo nipote, nel 1509 era occupato nei lavori di S. Stefano a Rouen; nel 1511 scolpiva per la chiesa di S. Gervaso a Gisors un Transito della Vergine, gruppo d'una ventina di figure, distrutto nel 1794 ed a noi noto soltanto per la descrizione del Millin. Si sa che l'artista, prima d'intraprendere questo lavoro, si recò a Fécamp per esaminare il modello che gli s'era dato da imitare: un Transito della Vergine, che si trova ancora nell'Abbazia della Trinità, ed è attribuito a Guido Mazzoni (v.). La sola opera certa rimasta di Pierre è il timpano mezzo rovinato, con l'Albero di Jesse, sulla porta di S. Romano della cattedrale di Rouen: ne è evidente la derivazione da qualche vetrata dipinta. La somma che gli fu data per questo lavoro mostra che dai suoi contemporanei era considerato buon maestro. Una composizione identica e ben conservata si trova nella chiesa di Gisors; ed è probabilmente di mano sua. Queste due opere, assai mediocri e più fiamminghe che italiane, rassomigliano a certe sculture in legno di Vérard: il timpano vi perde la funzione architettonica che aveva nel Medioevo e diventa una grande figurazione in pietra. Dal 1513 al 1520 Pierre scolpì molte figure per la facciata della cattedrale di Rouen; ma la critica non le ha ancora identificate. Né è facile definire che parte gli spetti nella tomba del cardinale d'Amboise nella stessa cattedrale, alla cui esecuzione certamente egli presiedette come capo della squadra di scultori a partire dal 1520, eseguendo però disegni di Roullant Leroux. S'è creduto di riconoscere la mano di P. nella figura del defunto inginocchiato; ma sembra che a lui si debbano specialmente le statue di apostoli collocate nella parte superiore del mausoleo. Il lavoro fu pagato a P. tre volte più che agli altri artisti; e ciò prova in quale riputazione fosse tenuto benché scarso d'ingegno e di personalità e perciò oggi quasi dimenticato.
Bibl.: A. L. Millin, Antiquités nationales, Parigi 1790-98, IV, pp. 11-12; A. Deville, Tombeaux de la cathédrale de Rouen, 3ª ed., Parigi 1881; L. Palustre, La Renaissance en France, Parigi 1879-83, II, pp. 193, 261; F. M. A. Blanquart, L'imagier P. d. A., Caen 1891; P. Vitry, Michel Colombe et la sculpture française de son temps, Parigi 1901, pp. 450-53; Allinne, Une oeuvre inédite de des A., in Amis des monuments rouennais, 1913; M.me Lefrançois-Pillion, La sculpture monumentale de la cathédrale de Rouen, in Congrès archéol. de France (Rouen 1926), Parigi 1927, pp. 72-101.