O'NEILL
È la più celebre delle grandi famiglie irlandesi; la sua genealogia è fatta risalire dalla tradizione a Niall "dei nove ostaggi" (sec. V), i cui discendenti, divisi in due rami, del nord e del sud, hanno dato all'Irlanda quasi tutti i re supremi (ard-righ) dal sec. V al XII. Da quest'epoca fino al sec. XVI la storia degli O'Neill è assorbita nel consolidare il loro potere e nel destreggiarsi con la corona inglese da cui accettano onori e investiture.
Conn fu il primo degli O'Neill che cercò di opporsi all'occupazione inglese dell'Irlanda. Finì però per fare atto di sottomissione a Enrico VIII che lo creò primo conte di Tyrone. Morì nel 1559. Gli succedette il figlio Shane, che ebbe un atteggiamento assai più fiero, non piegò alle proposte concilianti della regina Elisabetta, e sconfisse presso Armagh il conte di Sussex inviato dalla regina. Fece poi atto di sottomissione nel 1562. Mosse in seguito guerra contro il fratello Matteo e contro il Connaught; allora il nuovo comandante inglese Sidney riuscì ad unire contro di lui gli altri capi dell'Ulster, tra cui gli O'Donnel, e lo sconfisse a Letter Kenny. Shane cercò rifugio a Clandeboy presso i MacDonnel di Scozia, che lo uccisero (1567).
Turlogh Luineach, che gli successe, cominciò col fare verso gl'Inglesi una politica lealistica, che non persuase il conte di Essex, il quale marciò contro di lui e, dopo una lotta di dubbio esito, concluse la pace, suggellata dalla nomina di T. L. a conte di Clanconnel. La rivolta del Munster lo mise ancora contro gl'Inglesi, che sostennero contro di lui suo cugino Ugo, al quale egli cedette il titolo di capo della famiglia nel 1593, morendo due anni dopo.
Ugo, soprannominato il "grande conte", seguì una politica duplice, ora servendo gl'Inglesi in lotta contro l'Irlanda, ora osteggiandoli. Scoppiata la ribellione dell'Ulster (1591), egli si mise dalla parte degli O'Donnel, persuaso anche dalla promessa di aiuti spagnoli, e vinse gl'Inglesi a Yellow Ford nel 1598. Ma non seppe approfittare della situazione, tanto che otto mesi dopo concluse una tregua con il conte di Essex rappresentante di Elisabetta. Frattanto tutta l'Irlanda si era sollevata in suo favore, e mentre la Spagna inviava di fatto gli aiuti, il papa approvava la sua azione, sperandone la restaurazione del cattolicismo in Irlanda. Ma la giornata di Kinsale (1601) annullò le speranze irlandesi e Ugo fu costretto a domandare la pace, che ottenne da Giacomo I successore di Elisabetta. La difficile situazione del suo paese lo persuase a fuggirsene insieme con O'Donnel nel 1607, dirigendosi a Roma dove Paolo V lo ospitò fino alla morte (1616). Owen Roe, nipote (di fratello) del precedente, dopo aver servito nell'esercito spagnolo tornò in Irlanda, dove si trovò, come rappresentante degli O'Neill, a capo della gravissima insurrezione scoppiata nel 1642 (v. irlanda: Storia). Egli si pose a capo del partito più intransigente (i "vecchi Irlandesi"), appoggiato anche dal nunzio pontificio Rinuccini, e vinse gl'Inglesi a Benburb (1646). Ma la sconfitta subita dal partito meno intransigente (gli "anglo-irlandesi") guidato dal Preston lo indusse a trattare la pace con il viceré Ormond, dopo la partenza di costui con il Monck, governatore dell'Ulster. Ma l'arrivo in Irlanda di O. Cromwell nell'agosto 1649 cambiò fatalmente la situazione a danno dell'Irlanda. Roe morì nel novembre 1649.
Ugo MacArt nipote (di fratello) del precedente, già al servizio della Spagna, dopo la morte dello zio, difese valorosamente Clonmel nel 1650 contro Cromwell, Limerick nel 1651 contro Ireton, che lo catturò e lo rinchiuse nella torre di Londra. Liberato come suddito spagnolo, si recò in Spagna dove morì.
Con il sec. XVIII l'importanza degli O'Neill declina a causa della totale sparizione del regime tribale in Irlanda, sostituito dal sistema delle piantagioni. Un ramo della famiglia sussiste in Portogallo. La discendenza maschile irlandese si estinse con John Bruce Richard (1780-1855), generale dell'esercito britannico. Il titolo di barone O'Neill è passato per via di donne nei Chichester.