O voi che per la via d'Amor passate
. Sonetto rinterzato della Vita Nuova (VII 3-6), su schema aabaab, aabaab: cddc, dccd, presente, oltre che nella tradizione ‛ organica ' del libro e delle sue rime, anche in altri codici e nella Giuntina del 1527.
Secondo il racconto in prosa, fu scritto in occasione della partenza della prima donna dello schermo per un paese molto lontano, sotto il duplice stimolo dello sconforto reale per la bella difesa... venuta meno e della necessità di mostrare al pubblico ‛ cortese ' un dolore effettivo per quel distacco, affinché il simulato amore non apparisse tale (VII 1-2). D. afferma di averlo accolto nel libro perché i vv. 7-12 alluderebbero alla felicità procurata dall'amore vero, quello dolce e soave (v. 6) per Beatrice, che innalza l'animo a letizia e ‛ leggiadria ', coincidenti con intima grazia, mitezza serena e armonica misura morale e spirituale: in breve, con la perfezione del vivere cavalleresco e cortese.
Dopo la modulazione iniziale, in cui D., per esplicita ammissione (§ 7), riprende le parole di Geremia profeta (Lament. 1, 12), e i suddetti vv. 7-12 di vaga cadenza prestilnovistica, la sirma si svolge su un ritmo dimostrativo e deduttivo, fondato sull'ordinata struttura oratoria piuttosto che sull'invenzione lirica. Il sonetto appartiene evidentemente alla fase iniziale della poesia dantesca: ispirate a Guittone appaiono la forma metrica, certe parole-immagini come ostale e chiave (v. 6; ma per il secondo termine si può parlare di più generica ascendenza occitanica), la struttura retorico-discorsiva; e a una generale atmosfera " cortese " riconduce la tematica, compreso l'incipit geremiaco, usufruito ad es. (come ha indicato il Barbi) anche da Rutebeuf. Che Beatrice non sia qui ancora presente sembra un fatto difficilmente confutabile, dopo le analisi persuasive del Barbi e di D. De Robertis. L'accoglimento del sonetto nella Vita Nuova riflette senz'altro la volontà di D. di giustificare un'esperienza precedente (altre donne, altra poesia) e riconoscerla, al tempo stesso, come momento della progressiva conquista dell'amore vero e della vera poesia che è la fabula del libro; più di altri il sonetto si prestava a questo nuovo allineamento per la sua topica non vincolante, legata, com'era, a un genere (il lamento per la partenza dell'amata) e non a una situazione concreta e risolutamente caratterizzata. Converrà però in tal senso tenere conto soprattutto delle ragioni formali, dei preannunci di un nuovo e più maturo stile che D. intese riconoscere e sottolineare: l'impasto sintattico-lessicale limpido e fuso, orientato nel senso della " dolcezza " (soprattutto, ma non soltanto, nei vv. 7-12); l'accentuato melodismo della struttura metrica, evidente nell'armonica mescolanza di endecasillabi e settenari nelle quartine; l'intensa cadenza elegiaca dell'inizio che fa presagire Deh peregrini e, in genere, le liriche composte dopo la morte di Beatrice, che, va ricordato, è annunciata all'inizio del cap. XXVIII da una nuova ed esplicita citazione di un testo di Geremia.
Bibl.- Oltre ai commenti alla Vita Nuova e in Barbi-Maggini, Rime 31-36 (v. anche la nota del Barbi alle pp. 54-60), si veda: A. Marigo, Mistica e scienza nella Vita Nuova di D., Padova 1914, 45-46; Dante's Lyric Poetry, a c. di K. Foster e P. Boyde, II, Oxford 1967, 34-35 e 40-42; F. Montanari, L'esperienza poetica di D., Firenze 1968², 60-62.