OANNES
. Lo scrittore babilonese-greco del periodo ellenistico Beroso (v.) narra d'un mostro, mezzo uomo e mezzo pesce, dal nome 'Ωάννης, abitante delle onde del Golfo Persico, che sarebbe stato colui che agli uomini primitivi dimoranti nella Babilonide insegnò i primi rudimenti della civiltà. Sarebbe dunque Oannes colui cui andrebbe ricondotta nei suoi principî la civiltà umana. Questa avrebbe avuto quindi origine proprio in Babilonia, sulle sponde del Golfo Persico. Non c'è dubbio che ai tempi di Beroso un mito babilonese narrava quanto ci ha riferito l'autore ellenistico. Finora però non si è trovata nelle tavolette babilonesi e assire in caratteri cuneiformi nessuna versione del mito né si è riusciti a rintracciare alcun accenno alla leggenda del mostro sapiente.
La spiegazione del nome Oannes in lingua babilonese offre non poche difficoltà. Alcuni hanno voluto vedervi una storpiatura del nome del dio del cielo Anu, mentre qualche altro studioso ha pensato al nome Eabāni, "Ea ha costruito". Maggiore probabilità presenterebbe la parola babilonese Ummānu con l'accezione di "artista", spiegazione questa data dallo Jensen, verosimile anche dal punto di vista linguistico, poiché in babilonese e assiro il suono della m tra vocali scompare quasi del tutto.
Quasi tutti gli studiosi hanno voluto riconoscere in Oannes qualche forma del dio Ea, divinità dell'acqua e della sapienza. Ma questa interpretazione è impossibile, tanto perché ciò che è narrato nel mito di Oannes non combina affatto col dio Ea, quanto anche perché le raffigurazioni di Ea nelle opere d'arte babilonesi e assire sono del tutto diverse dalla figura di Oannes come è descritta da Beroso.
Narra dunque lo scrittore ellenistico che Ea mandò sulla terraferma certi mostri marini e umani, mezzi uomo e mezzi pesce, come Oannes e altri, per insegnare agli uomini i rudimenti della civiltà, la scrittura e il modo di fondare e costruire le città, la conoscenza delle lettere, delle discipline e delle arti, la costruzione dei templi e le interpretazioni delle leggi, la geometria. Oannes avrebbe inoltre mostrato agli uomini le semine e le raccolte dei frutti. Da allora in poi non sarebbe stato inventato più nulla. Il mostro Oannes scrisse ancora di genealogia e politica e consegnò poi il trattato contenente queste discipline agli uomini. Durante il giorno Oannes dimorava sulla terra e si ritirava durante la notte in mare. Dalla narrazione di Beroso si ricava che Oannes era concepito non quale dio, ma quale essere semidivino, abitante in mare e in terra.
Non è certo se i rilievi assiri e le raffigurazioni nei cilindri-sigilli abbiano conservato qualche raffigurazione di Oannes. Per lungo tempo gli studiosi credettero di dovere ravvisare il mostro marino nelle figure dei sacerdoti esorcizzatori o demoni incantatori, apkallū, rappresentate molto spesso nei rilievi e nei sigilli assiri: un uomo è rivestito, sul dorso, d'un pesce che lo copre per tutto il eorpo fino quasi ai piedi. In questi esorcizzatori, che fanno incantesimi in nome e con la parola di Ea e perciò sono rivestiti di mantelli in forma di pesce, si volle vedere Oannes, perché costui era composto, come specifica Beroso, di uomo e pesce. Ma si è potuto stabilire in modo perentorio che tali figure sono quelle di sacerdoti esorcizzatori o apkallū. Qualche studioso ha voluto vedere Oannes in alcune figure di uomo-pesce tra onde marine, raffigurate in rilievi e sigilli assiri. Ma anche questa interpretazione va scartata.
La leggenda di Oannes appartiene a quella specie di racconti sulle origini della civiltà, delle arti e dei mestieri che erano molto diffusi tra le popolazioni dell'Asia occidentale antica e dei quali abbiamo altre versioni in qualche testo in carattere cuneiforme, nell'Antico Testamento e presso alcuni autori greci.
Bibl.: G. Furlani, La religione babilonese e assira, I, Bologna 1928, p. 127 e le note 22 e 47 a pp. 147, 148-150, con la relativa bibliografia.