OBBIA (A. T., 116-117)
Regione della Somalia italiana, fino al 1926 sultanato sotto protettorato italiano compresa tra il commissariato del Nogal a N., i territorî dell'Ogaden a O., il commissariato dell'Uebi Scebeli a S., mentre a E. si affaccia sull'Oceano Indiano da El Cabobe a Capo Garad.
Il territorio il quale fa parte dell'altipiano somalo, costituito di rocce cristalline ricoperte da terreni sedimentarî del Secondario e Terziario, va declinando gradatamente dal confine etiopico e dall'altipiano del Nogal verso il mare terminando con un gradino da 60 a 100 m. d'altezza su un'ampia pianura alluvionale e sabbiosa variata qua e là da isolate alture rotondeggianti (bur); una catena di dune costiere poco elevate separa la costa bassa e priva di insenature dalla pianura alluvionale. La rete idrografica superficiale è poverissima; le acque dei torrenti cariche di sale e di gesso, che hanno origine nell'altipiano, si perdono nell'arida pianura, mentre i rilievi costieri, che dànno origine a corsi d'acqua insignificanti, sono ricchi di acque dolci in profondità. Il clima caldo, ma asciutto, risente nella zona costiera dell'azione mitigatrice dei monsoni; le precipitazioni, scarse, cadono in primavera e nell'autunno. Per la scarsezza delle piogge l'agricoltura si riduce a modeste coltivazioni di cereali e ortaggi in vicinanza dei pozzi. Tra i prodotti spontanei del suolo oltre alla resina va ricordato l'oricello, comunissimo nella zona costiera. La pastorizia costituisce la base dell'economia indigena; numerosi sono i cammelli e i bovini, in minor numero gli ovini. Le greggi si spostano di continuo, essendo costrette nelle due stagioni secche a radunarsi presso i radi pozzi. L'allevamento del bestiame alimenta una notevole esportazione verso l'Arabia di pelli, burro e pecore. Lungo la costa si esercita la pesca del pescecane e la raccolta dell'ambra grigia; tra le piccole industrie indigene vanno ricordate la fabbricazione di stuoie intrecciate e i vasi di legno di Harardera. Non si hanno dati precisi sulla popolazione, costituita da Auia e Darod abitanti nell'interno e dediti alla pastorizia e da pescatori nella regione costiera del Magno. Capoluogo del sultanato e oggi sede di residenza è Obbia (3000 abitanti), fondata nel 1878 da Yūsuf 'Ali, all'estremità meridionale d'un'ampia ma poco profonda insenatura, riparata da una scogliera; consta di due villaggi indigeni e d'un gruppo di case in muratura comprendenti i palazzi del sultano e della residenza e la stazione radiotelegrafica.
Altri centri abitati permanentemente sono: El Bur con 600 ab., Harardera con 700 ab., Rocca Littoria (Gallacaio) con 1000 abitanti, quest'ultima capoluogo del commissariato del Mudugh in cui è amministrativamente compresa la regione di Obbia. Una fitta rete di carovaniere copre la regione; dall'occupazione italiana fu iniziata la costruzione di piste camionabili che uniscono Obbia con Meregh per Harardera (280 km.), con Rocca Littoria (250 km.) e con Sinadogò (400 km.) per El Bur.