obedire (ubbidire; ubidire)
La forma ‛ obedire ' è presente soltanto in prosa, nel Convivio, salvo un unico caso (obediendo), in Pd VII 99. ‛ Ubidire ' compare in poesia: nella Vita Nuova, nel Convivio, nelle Rime dubbie, nella Commedia; la '21 e Busnelli-Vandelli in un solo passo del Convivio (II IX 6) preferiscono ubbidire (obedire nella Simonelli); anche nel Fiore si ha sempre ‛ ubbidire ', per lo più nella forma del participio presente .‛ ubbidiente '.
Nel senso di " adempiere la volontà altrui ", " essere condiscendente alla volontà di chi ci comanda o ci esorta a compiere un'azione ", con costrutto intransitivo, in Cv IV XXIV 17 Figliuoli, obedite a li vostri padri; Pd XXI 23 m'era a grato / ubidire a la mia celeste scorta; Rime dubbie XVI 27 Ben deggio sempre, Amore, / rendere a te onor, poi che desire / mi desti d'ubidire / a quella donna; in espressione figurata, in Cv I VII 4 a l'amaro comandamento è impossibile dolcemente obedire; IV IV 5 questo è lo nocchiero, a la cui voce tutti obedire deono; XXVI 6 questo appetito... a la ragione obedire conviene; If II 134 te cortese ch'ubidisti tosto / a le vere parole che ti porse.
Con costrutto assoluto, in Vn XII 13 34 a la fine falle umil preghero, / che mi comandi per messo ch'eo moia, / e vedrassi ubidir ben servidore; Cv I VII 6 allora è la obedienza interamente comandata e da nulla parte spontanea, quando quello che fa chi fa obediendo non averebbe fatto sanza comandamento; II IX 6 dice che non dee sé riprendere di provvedimento, ma loro di non ubbidire; If X 43 Io... era d'ubidir desideroso; Pg XXIX 25 là dove ubidia la terra e 'l cielo, / femmina, sola e pur testé formata, / non sofferse di star sotto alcun velo; Pd VII 99 per non potere ir giuso / con umiltate obedïendo poi; Fiore CXXXII 14.
Con costrutto transitivo, in Rime LXII 2 Com più vi fere Amor co' suoi vincastri, / più li vi fate in ubidirlo presto, e CII 14. In forma passiva, in Cv IV IV 7 per tutti dee essere obedito; XXIV 13 non è da obedire lo servo, e 18 deono essere obediti maestri e maggiori; il verbo è avvicinato a ‛ credere ', in IV VI 5 E così ‛ autore ', quinci derivato, si prende per ogni persona degna d'essere creduta e obedita, 6 e 7.
Il participio presente è usato come aggettivo, per designare quelli che ha la buona disposizione che si chiama obedienza (Cv I VII 2): I V 5, VII 9 la natura particolare è obediente a la universale... e l'uomo è obediente a la giustizia; IV XXII 1 volendo a cotale imperio essere obediente, intendo questo mio Convivio per ciascuna de le sue parti rendere utile quanto più mi sarà possibile. Compare in un'efficace antitesi in If IV 57 Moïsè legista e ubidente, " osservante degli ordini del Signore " (cfr. in los. 1, 1-2 ‛ servus domini '): il Petrocchi rifiuta la variante congetturale Di Moisè legista, e l'obediente / Abraam (cfr. ad l.; e inoltre Vandelli nel commento scartazziniano e Barbi, Problemi I 204). Il participio è riferito anche al comento delle canzoni del Convivio a cui conviene... essere conoscente del bisogno del suo signore e a lui obediente, in I V 6, VI 1, VII 1, 3 e al § 10 del latino che peccato averebbe non pur nel difetto, e non pur nel soperchio, ma in ciascuno [cioè " non avrebbe errato solamente facendo meno... né solamente facendo più... di ciò che al commento comandano le canzoni, ma avrebbe errato in ciascuna delle due cose ", Busnelli-Vandelli]; e così non sarebbe stata la sua obedienza misurata, ma dismisurata, e per conseguente non sarebbe stato obediente. In IV XXV 1 è detto dell'anima nobile che ubidente, soave e vergognosa / è ne la prima etate (Le dolci rime 125, ripreso in XXIII 2 e 4 e XXVI 2); e dell'adolescente, che entra ne la selva erronea di questa vita, e che non saprebbe tenere lo buono cammino, se da li suoi maggiori non li fosse mostrato. Né lo mostrare varrebbe se a li loro comandamenti non fosse obediente (XXIV 12; e cfr. § 13). Nel Fiore indica un rapporto di cieca soggezione: II 8, L 4, CXVII 12.
L'infinito sostantivato indica " l'atto dell'ubbidire ", in If II 80 tanto m'aggrada il tuo comandamento, / che l'ubidir, se già fosse, m'è tardi.