OBERTENGHI
. Discendono da un Oberto, noto dapprima come conte, in documenti del 945 e 948, e poi come marchese, a partire da un diploma di Berengario II del 23 gennaio 951. Di qui l'ipotesi (Desimoni) che l'elevazione di Oberto a marchese coincidesse (come quella di Aleramo e di Arduino Glabrione) con la elevazione al trono di Berengario II. Sembra che la marca concessa a Oberto comprendesse sino dall'inizio i comitati di Genova, di Tortona, di Bobbio e di Luni e forse anche di Milano; ai quali in seguito altri comitati si aggiunsero, particolarmente quelli di Gavello e di Monselice, in cui vediamo gli Obertenghi esercitare, dalla metà del secolo XI, i loro poteri. Il padre di Oberto, Adalberto, in un diploma del 1011 è detto parimenti marchese, ma null'altro di lui è noto. Oberto rimase dapprima fedele a Berengario II, poi se ne staccò e nel 960 riparò in Germania presso Ottone. Ne ritornò, insieme con Ottone, nel 961 e riebbe la marca, forse anche accresciuta, e insieme con essa (dal 962 al 972) la dignità di conte del palazzo. Morì prima del 15 ottobre 975, lasciando varî figli, dei quali il più importante e più noto è Oberto II, che ebbe parte alle vicende del suo tempo e specialmente alle lotte fra Enrico II e Arduino. Seguace, insieme con i proprî figli, della parte arduinica, vide tramontare con Arduino le sue fortune, i proprî beni confiscati da Enrico nel 1014, e i figli condotti prigionieri in Germania.
Durante il viaggio, uno d'essi, Ugo, riuscì a fuggire e a ritornare in Italia; un altro sembra esser morto in prigionia; un terzo, Alberto Azzo, venne restituito in libertà da Enrico nel gennaio 1018. Da quell'anno le fortune della famiglia riprendono, così che vediamo Ugo tener placito in varî luoghi, come marchese, dal 1021 al 1035, e parimenti il fratello Alberto Azzo I, padre di Alberto Azzo II morto nel 1097, e progenitore della casa estense (v. este).
Al modo stesso degli Estensi, varie altre famiglie marchionali dell'Italia superiore e centrale ripetono l'origine da Oberto I: i Malaspina, i Pallavicino e i marchesi di Massa e Parodi. Se ne ha la prova in un documento del 1124, la cosiddetta "pace di Luni", cioè la sentenza resa dai consoli di Lucca nella controversia fra il vescovo di Luni da una parte e i marchesi Malaspina e Guglielmo Francesco dall'altra per la proprietà di un poggio, presso Sarzana. Il documento attesta che il monte in cui era quel poggio più d'un secolo prima era stato diviso tra il provo del marchese Pallavicino e il proavo del marchese Guglielmo Francesco da una parte, il proavo del marchese Malaspina e l'avo del marchese Azzo dall'altra. Secondo il Muratori, ciò significava che i quattro condividenti erano tutti della stessa famiglia, anzi fratelli; e siccome per varie ragioni il marchese Azzo, ultimo nominato, è da identificare col marchese Alberto Azzo II estense, poco sopra ricordato, e il suo avo quindi col marchese Oberto II, la divisione sarebbe dovuta avvenire fra questo Oberto II, figlio di Oberto I, e tre fratelli di lui. Secondo il Desimoni i primi due dei quattro condividenti sarebbero stati cugini degli altri due; tutti quattro sarebbero poi capostipiti dei Malaspina, dei Pallavicino, degli Estensi e dei Massa Parodi (provenienti questi dal marchese Guglielmo Francesco). In ogni modo, la discendenza di tutte queste famiglie da Oberto I appare certa e attesta la diffusione larghissima della stirpe Obertenga in tutta l'Italia superiore e centrale.
Bibl.: L. Muratori, Delle antichità estensi, Napoli 1776, che è l'opera fondamentale; H. Bresslau, Jahrbücher d. deutschen Reichs unter Konrad II., I, Lipsia 1879 (Excurs, IV, parte 3a: Das Haus der Obertiner oder Estenser, pp. 414-30); C. Desimoni, Sulle marche d'Italia e sulla loro divisione in marchesati, 2a ediz., in Atti della Soc. ligure di storia patria, XXVIII, Genova 1896, p. 108 segg.; S. Pivano, Stato e Chiesa da Berengario I ad Arduino, Torino 1908, pagine 139-145.