STANCONE, Oberto
STANCONE, Oberto. – Nacque in una famiglia genovese di tradizione consolare attestata nella documentazione cittadina sin dal XII secolo e che all’inizio del Trecento sarebbe confluita nell’albergo dei Cattaneo (Annali genovesi..., 1926, p. LXXXVII).
Non è possibile riconoscere in uno dei membri della casata che svolsero un ruolo di rilievo a inizio Duecento il padre di Oberto e neppure è noto il nome della madre. La sua data di nascita potrebbe collocarsi intorno al 1220 perché egli iniziò a comparire negli atti di Genova con una certa frequenza solo dal 1254, quando era ormai adulto e affermato. Della moglie non si conoscono nome e casato; sappiamo comunque che ebbe almeno tre figli: due maschi, Tommaso e Stanconino, e una femmina, Caterina (rispettivamente: Ferretto, 1903, pp. 357, 218 e 423).
Caterina ebbe per marito Benedetto Scotti e una loro figlia, Costanza, sposò Alberto Spinola. Tramite il matrimonio di una figlia, con gli Spinola si imparentò anche Tommaso il quale diede pure in sposa una figlia a un membro della famiglia Doria (Petti Balbi, 2007, p. 36).
Nel 1254, tra i «nomina consiliariorum et aliorum sex per compagnam» che ratificarono un trattato con Pisa e Firenze (I “Libri iurium”..., I, 6, a cura di M. Bibolini, 2000, p. 150) compare quello di Stancone: è la sua prima attestazione nella vita pubblica. Nel 1256 è ricordato in due occasioni tra i membri del medesimo Consiglio chiamati a confermare operazioni dei magistrati cittadini che riguardavano gli interessi genovesi in Sardegna come l’infeudazione di terre del Comune nel Giudicato di Sardegna (ibid., p. 216). Nel 1261 è tra i molti cittadini radunati in una grande assemblea per confermare il trattato del Ninfeo (I “Libri iurium”..., I, 4, a cura di S. Dellacasa, 1998, p. 282). Nel 1267 compare nel Consiglio dei giurisperiti e dei sapienti che approvò una serie di rappresaglie contro le comunità della Riviera di Ponente (I “Libri iurium”..., I, 5, a cura di E. Madia, 1999, p. 6). Per gli anni Settanta si hanno molte notizie relative alle sue attività economiche desumibili dai documenti pubblicati da Arturo Ferretto (1901 e 1903).
Sappiamo che nel 1277 fece un investimento nelle Compere del Comune dette del Sale, il debito pubblico genovese (Ferretto, 1903, p. 122). Ma soprattutto da questi atti si apprende che Stancone possedeva case in Campeto de Stanconis o Stanconorum e che le affittava a mercanti fiorentini e lucchesi attivi a Genova (Ferretto, 1901 e 1903, passim). Il Campeto si trovava nei pressi di piazza San Giorgio in direzione dell’attuale piazza Stella, dove sorgeva il palazzo degli Stanconi. Dai documenti pubblicati da Ferretto, infine, si può ipotizzare che Stancone possedesse immobili accanto a case che erano di Oberto Spinola, al tempo capitano di Genova con Oberto Doria (Ferretto, 1903, p. 312).
Presente sulla scena pubblica ed economica genovese per almeno trent’anni, Stancone non sembra abbia coltivato interessi storiografici o più generalmente culturali. Lo si trova però tra gli annalisti giurisperiti e laici fededegni dell’ultima commissione dei continuatori degli Annali genovesi di Caffaro, quella nominata probabilmente nel 1273 e comunque al tempo della diarchia di Spinola e Doria, a cui si deve il testo della cronaca dall’anno 1270 sino al 1279. Nel prologo di questa sezione si specifica che i due capitani incaricarono quattro uomini sapientes in scriptis: i nobiles viri Oberto Stancone e Iacopo Doria – fratello del capitano – e i giurisperiti Marchesino di Cassino – che, per gli uffici ricoperti, aveva un profilo pubblico più alto di Stancone (Annali genovesi..., 1926, pp. LXXXIX s.) – e Bertolino di Bonifacio (p. 129).
La critica è concorde nel ritenere questa parte degli annali opera di fatto esclusiva di Iacopo Doria, solo di poco più giovane di Stancone e membro di una delle principali famiglie genovesi. È vero che nell’elenco di cronisti proposto dal prologo è a Oberto che si assegna il posto più eminente, il primo, ma ciò forse dipende – piuttosto che dal suo impegno di annalista – dalla maggiore anzianità di Stancone; oppure si tratta di un gesto cortese dello stesso Iacopo, l’autore del breve prologo composto nel 1279 (Petti Balbi, 1982, pp. 66-68). Sempre rimanendo nel campo delle ipotesi, è probabile che la presenza di Stancone nella commissione piuttosto che da meriti culturali derivi dal legame con gli Spinola (oltre che dai buoni rapporti con altre famiglie aristocratiche di tradizione ghibellina, compresi i Doria).
Quali informazioni egli abbia fornito è difficile individuare: sia Iacopo Doria sia Marchesino, quest’ultimo spesso impegnato in ambascerie, avevano più possibilità di conoscere le vicende esterne a Genova che costituiscono la gran parte delle notizie raccolte in queste pagine degli Annali. Forse dipende da Stancone la grande attenzione riservata ai lucchesi nelle molte pagine dedicate al 1273, anno in cui costoro – dopo avere fatto parte dell’esercito angioino che aveva mosso contro Genova – si prodigarono per riconciliarsi con i genovesi nella speranza di non vedere danneggiati i loro interessi commerciali, nei quali lo stesso annalista era coinvolto (Annali genovesi..., 1926, pp. 155-157).
Oberto Stancone è presente nella documentazione genovese sino al 1281. Probabilmente morì poco dopo quella data.
Fonti e Bibl.: A. Ferretto, Codice diplomatico delle relazioni diplomatiche fra la Liguria, la Toscana e la Lunigiana ai tempi di Dante (1265-1321). Parte prima. Dal 1265 al 1274, in Atti della Società ligure di storia patria, XXXI (1901), 1; Id., Parte seconda. Dal 1275 al 1281, ibid., XXXI (1903), 2; Annali genovesi di Caffaro e dei suoi continuatori, IV, Dal MCCLI al MCCLXIX, a cura di C. Imperiale di Sant’Angelo, Roma 1926, pp. LXXXVII-CXII, 127-187; I “Libri iurium” della Repubblica di Genova, I, 4, a cura di S. Dellacasa, Genova 1998, I, 5, a cura di E. Madia, Genova 1999, I, 6, a cura di M. Bibolini, Genova 2000.
G. Petti Balbi, La storiografia genovese sino al secolo XV, in Ead., Caffaro e la cronachistica genovese, Genova 1982, pp. 66-68; Ead., La vita e la morte: riti e comportamenti in ambito urbano, in Ead., Governare la città. Pratiche sociali e linguaggi politici nella Genova medievale, Firenze 2007, pp. 36, 39, 44.