obesità
Aumento patologico del peso corporeo legato a un’eccessiva quantità di grasso, convenzionalmente quando l’indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) è superiore a 30 kg/m2. Intervengono nella genesi dell’o. fattori genetici e ambientali che influenzano sia l’assunzione del cibo (qualitativamente e quantitativamente) sia il consumo energetico, le vie centrali di stimolo e di soppressione dell’appetito, i soppressori periferici (come l’insulina e la leptina). Le interazioni fra sistema nervoso centrale e grasso corporeo sono quindi molteplici: dalla patologia bulimica (➔ anoressia/bulimia), alle ripercussioni neuropsichiche della o. stessa, alle alterazioni a livello di neurotrasmettitori e di circuiti diencefalo-ipotalamo-ipofisari. Ripercussioni neuropsichiche dell’o. sono del resto quasi costanti: la frustrante ripetizione delle diete più varie per ridurre il peso corporeo, lo stato d’ansia e di depressione che spesso hanno condotto il paziente all’introduzione eccessiva di alimenti, portano il soggetto in uno stato di insoddisfazione e di ansia continua, di mancata accettazione di sé stesso e, spesso, di isolamento dalla comunità dei magri. La o. diencefalo-ipofisiaria è un’o. solitamente associata alla diminuzione dei livelli plasmatici di leptina, prodotta principalmente nelle cellule adipose, ma i cui recettori sono situati a livello diencefalo-ipofisario (oltre che nei linfociti T e negli endoteli vascolari); gli effetti della leptina sul peso dell’individuo sono mediati dai centri ipotalamici che controllano il comportamento alimentare, la sensazione di fame, la temperatura corporea e il dispendio energetico (come l’asse ipotalamo-surrenalico, ipotalamo-gonadico, ipotalamo-tiroideo); la leptina ostacola inoltre l’azione del neuropeptide Y, potente stimolatore del bisogno di alimento, e riduce la sensibilità dei recettori insulinici. Alterazioni ipotalamiche dei recettori della leptina possono pertanto essere responsabili di obesità. Le cause organiche più frequenti sono i craniofaringiomi che si estendono al III ventricolo e al peduncolo ipofisario, i tumori ipotalamo-ipofisari e alcune iperplasie cellulari non adenomatose secernenti neuropeptidi attivi sui centri della fame e sul metabolismo. Se l’o. ipofisaria riconosce un’iperincrezione di ormone ACTH (AdrenoCorticoTropic Hormone), essa rientra nel morbo di Cushing (➔).
I farmaci più efficaci per ridurre la sensazione di fame sono le anfetamine e i loro derivati: in partic., la combinazione di dexfenfluramina e di fenfluramina ebbe grande successo negli ultimi decenni del 20° sec. (come quella fentermina-fenfluramina e la dexfenfluramina da sola). Questi composti sono stati tolti dal commercio per l’importanza dei loro effetti collaterali (iperstimolazione simpatica, ipertensione polmonare, insonnia, dipendenza) e per il mancato mantenimento del peso desiderato e sono stati soppiantati dagli antidepressivi (➔) della classe SSRI (Selective Serotonin Reuptake Inhibitors).