obiettivi
Livelli di alcune variabili che gli agenti intendono conseguire. In particolare in politica economica (➔ p) valori di alcune variabili sotto il controllo pubblico, che le autorità desiderano raggiungere, presumibilmente dettati da una qualche funzione del benessere sociale (➔ benessere sociale, funzione del). La banca centrale può proporsi un o. di inflazione, da conseguire tramite la politica monetaria (➔); il governo può proporsi un o. di occupazione, da raggiungere mediante la politica di bilancio. In alcuni casi, le autorità possono perseguire un o. intermedio, cioè una variabile diversa dal vero e proprio o. (che prende in questi casi il nome di o. finale), ma che è meglio controllabile. Nell’ambito della politica monetaria, l’o. intermedio può essere costituito dal valore di un certo aggregato monetario o dal tasso di cambio, se è nota e ragionevolmente certa l’influenza che l’o. intermedio ha su quello finale di inflazione. Il perseguimento degli o. può avvenire per mezzo di interventi puramente discrezionali o tramite regole che indicano il modo in cui l’autorità si comporterà in ogni circostanza. La stima dell’efficacia delle regole di politica economica nel raggiungere gli o. è resa difficoltosa dall’interazione tra le stesse regole e i comportamenti dei soggetti economici dotati di aspettative razionali e quindi capaci di ‘leggere’ le regole e di anticiparne gli effetti. Questa interazione rende variabili i coefficienti dei modelli econometrici che sono impiegati per le stime. Utilizzare modelli con coefficienti invarianti può quindi rendere sistematicamente errate le previsioni circa gli effetti della politica economica sugli obiettivi. È questo il nucleo della policy evaluation proposition, meglio nota come critica di R. Lucas (➔) all’uso dei macromodelli econometrici a fini di valutazione degli impatti della politica economica (➔ anche Lucas-Sargent-Wallace, proposizione di).