obliare
Nel senso proprio di " dimenticare ", in Vn XIX 10 40 quei... / ogni offesa oblia, XXXVII 7 5 e 8 13; Rime dubbie XX 7 L'uno [pensiero] m'afferma pur ch'io deggia amare / la bella... / ed io... nol voglio obliare; Fiore CIX 9.
In due luoghi della Commedia D. usa il verbo in circostanze identiche ma con valore sostanzialmente diverso, benché sempre nel senso di " cancellare, allontanare dalla memoria ": If XXVIII 54 Più fuor di cento che... / s'arrestaron... a riguardarmi / per maraviglia, oblïando il martiro, e Pg II 75 al viso mio s'affisar quelle / anime fortunate... / quasi oblïando d'ire a farsi belle.
È chiaro che il comportamento delle anime che nell'Inferno ‛ obliano ' il martiro, al quale soggiacciono loro malgrado, è diverso dal comportamento di quelle che nel Purgatorio ‛ obliano ' la penitenza (ire a farsi belle), che è mezzo di purificazione e alla quale perciò tendono ansiosamente.
Una diversa interpretazione è che sia ‛ obliata ' non la necessità della pena ma la sofferenza procurata da questa. Casini-Barbi, commentando If XXVIII 54, scrivono: " Questi dannati si fermano dimentichi della dolorosa pena inflitta loro; le anime penitenti si fermano ‛ quasi obliando d'ire a farsi belle ' (Purg. II 75) ".
Ancora " dimenticare ", " trascurare ", e quindi, contestualmente, " distruggere ", in If XI 61 Per l'altro modo [il tradimento] quell'amor s'oblia / che fa natura (" autor declarat primum modum fraudis quae rumpit vinculum speciale et strictius ", Benvenuto), dove l'annientamento del particolare rapporto di fiducia (la fede spezial) derivante da vincoli di parentela o di amicizia è contrapposto alla distruzione del vincolo d'amore che per natura lega uomo a uomo, operata dalla frode.