OBSECRAZIONE
. Presso i Romani, in occasione di qualche grande avvenimento felice o funesto per lo stato, s'indicevano dal senato o dai pontefici pubbliche preghiere di espiazione per ottenere dalla divinità che si dileguasse la minaccia di un imminente disastro, o di rendimento di grazie per un beneficio conseguitv. Questi atti di carattere religioso relativi a fatti della vita civile si dicevano genericamente supplicationes; tuttavia il rendimento di grazie era più propriamente indicato con la voce gratulatio, mentre la supplicazione di qualche beneficio o grazia da ottenersi culminava nell'atto religioso detto obsecratio. Le tre voci supplicatio, gratulatio e obsecratio si trovano spesso usate per indicare in genere una pubblica supplicazione. L'obsecratio propriamente detta aveva un carattere di austerità e di penitenza in espiazione di colpe e per allontanare gli effetti dell'ira divina sul popolo. Non si associa quindi all'idea di festeggiamenti, come le supplicationes in occasione di trionfi celebrati da condottieri romani reduci da fortunate imprese belliche. Era eseguita da tutto il popolo con a capo i magistrati.
Bibl.: J. Marquardt, Röm. Staatsverw., 2a ed., III, Berlino 1885, pp. 177, 265; G. Wissowa, Relig. and Kult. der Röm., Monaco 1912, p. 425.