occidente
Il termine o. è usato per lo più in senso generico: nell'espressione ‛ da oriente a o. ', o viceversa, per indicare il movimento diurno di tutti i corpi celesti intorno alla terra (dovuto al Primo Mobile), o quello periodico (vario) del cielo Stellato, del sole, della luna, di Venere, ecc.: Cv II III 5 (due volte) e 6, V 16 e 17, XIV 1 (due volte) e 11, III V 4 e 13.
Anche nella Commedia per lo più o. è usato genericamente come punto dell'orizzonte in cui il sole tramonta, schiarendo il cielo (Pg XXVI 5) od oscurandolo (XXVII 63) secondo la maggiore o minore progressione dell'ora. Due volte però indica in senso specifico l'estremità occidentale dell'ecumene: nel volo di Ulisse (lf XXVI 113) e nel volo dell'aquila romana (Pd VI 71).
Cade opportuno soffermarsi un po' su questo punto per chiarire l'espressione vostro occidente. Qualche interprete spiega il possessivo vostro con la circostanza che Giustiniano (che parla del volo del sacrosanto segno, l'aquila) è orientale, e mentre per lui l'o. può essere l'Italia (Esperia), per gl'Italici l'o. è la Spagna. Ma più soddisfacente è l'altra spiegazione, che cioè il vostro dev'essere attribuito ai terrestri in confronto ai celesti: in cielo non esiste più né oriente né o., in quanto non ci sono più piani di riferimento e quindi punti cardinali; né i corpi celesti visibilmente sorgono o tramontano, come avviene per la terra (a parte il fatto che la luce che vi risplende perpetua è quella divina).