occlusione
Arresto della progressione del contenuto intestinale. Può essere provocata da un’alterazione funzionale o da un’alterazione anatomica (➔ ileo). L’o. da cause flogistiche (peritonite circoscritta o diffusa, diverticolite) è insieme anatomica e funzionale: le tossine dell’infezione provocano paralisi intestinale, e la flogosi stessa può causare ispessimento mucoso, ascessi nella parete intestinale, alterazioni circolatorie che ostruiscono il lume. Nell’ileo puramente meccanico da ostruzione, l’obliterazione del lume intestinale può essere causata da stenosi (congenite, cicatriziali o neoplastiche), corpi estranei, compressioni esterne, ecc. L’o. meccanica da strozzamento erniario, invaginazione intestinale, volvoli, determina anche alterazioni circolatorie ischemiche e trombotiche, seguite spesso da infarto intestinale.
Nelle forme croniche, la sintomatologia decorre con ritmo lento e insidioso, con crisi dolorose della durata di ore o giorni, che cessano dopo un’evacuazione abbondante, per poi ripresentarsi; nelle forme acute, l’inizio è brusco, caratterizzato da un violento dolore addominale, accompagnato da vomito prima alimentare e biliare, poi fecaloide, mentre l’alvo rimane chiuso a feci e gas; si fanno quindi più evidenti i segni locali (meteorismo, dilatazione addominale) e di compromissione generale (polso piccolo e frequente, dispnea, ecc.).
La cura è chirurgica e deve essere effettuata tempestivamente, ma altrettanto importante, ai fini della sopravvivenza del paziente, è il monitoraggio delle funzioni vitali e il controllo metabolico. L’o. comporta infatti il coinvolgimento di molti organi e apparati, non solo quello intestinale; le modificazioni cardiocircolatorie, renali, idro-elettrolitiche e metaboliche sono i parametri da riportare possibilmente alla norma prima dell’intervento chirurgico, perché è dimostrata in questo caso una maggior sopravvivenza e una minore incidenza di complicanze postoperatorie.