OCCULTISMO
. Nella sua principale accezione questo vocabolo sta a indicare movimenti e idee (riallacciantisi alle teorie magiche medievali) sorti in Europa sul finire del Settecento, poi per alcun tempo trascurati, e risorti quindi ad accompagnare certe manifestazioni secondarie e "decadenti" dello spirito romantico. "Occultista" è propriamente colui che crede nell'esistenza di un ordine di "enti" e di "forze" non sperimentabili nel piano normale ed empirico di sensibilità e di consapevolezza: enti e forze che tuttavia è possibile conoscere e dominare attraverso pratiche svariatissime, implicanti profonde modificazioni psichiche individuali. Su questo comune fondamento, le divergenze si fanno subito palesi (specie in ordine alla valutazione etica dell'atteggiamento in questione); cosicché si dànno occultisti "bianchi" e "neri", "della mano destra" e "della mano sinistra" a tipo "magistico e (scopo ultimo la potenza incondizionata) e a tipo "religioso" e (scopo ultimo l'identificazione con la divinità); ecc. In sostanza, si tratta della razionalizzazione intellettualistica, più o meno elaborata e a volte sorretta da complicati e ingegnosi supporti culturali, di un'esigenza di carattere inconscio. D'altra parte le ricerche metapsichiche tendono a dimostrare che azioni di carattere fisico si possono effettivamente esercitare sulla realtà empirica in concomitanza di speciali alterazioni dello stato psichico di certi individui, e tale fatto naturalmente viene additato da ogni ordine di "occultisti" a riprova delle loro affermazioni. Innegabili punti di contatto vi sono poi tra i gruppi "occultistici" e quelli antroposofici, spiritistici, teosofici (v.) e con svariate sette religiose. La stessa parola "occultismo" è anzi spesso adoperata, erroneamente, a designare indirizzi del genere, e particolarmente la magia (v.).