OCIC
Sigla di Organisation Catholique Internationale du Cinéma, associazione fondata a L'Aia nel 1928, durante il Primo congresso cattolico internazionale del cinema svoltosi dal 23 al 25 aprile, come suo comitato provvisorio. Segnale dell'interrogarsi cattolico sul ruolo e la responsabilità del cinema, l'O. ebbe la sua prima riunione ufficiale l'anno successivo, a Monaco, in occasione del Secondo congresso internazionale, tenutosi dal 17 al 20 giugno, nel corso del quale venne approntato lo statuto. Le iniziali attività di critica e divulgazione del fatto cinematografico trovarono eco nel 1934 presso la Santa Sede, allorquando esponenti del mondo cattolico insieme ai membri dell'O. furono accolti in udienza da papa Pio XI. Dall'incontro emerse la necessità di un coordinamento degli indispensabili sforzi cattolici in favore della produzione e distribuzione di un cinema 'onesto' e morale. Un appello all'unità, di forte incoraggiamento per l'O., cui seguì il riconoscimento ufficiale dell'associazione grazie all'intercessione diretta del cardinale E. Pacelli, insieme alla promessa di un documento pontificio riguardante le cure e le ansie della Chiesa per il cinema, poi mantenuta nel 1936 con la lettera enciclica Vigilanti cura.
Ferma negli anni del conflitto mondiale, l'O. si riattivò già nel 1946, apprestandosi a una riorganizzazione che tra il 22 e il 23 febbraio 1947, a Colmar, diede vita a un nuovo comitato direttivo. Il rinnovato statuto del 1949, modificato nel 1960 e approvato definitivamente il 21 gennaio 1961, fu positivamente salutato da G.B. Montini, il cui intervento marcava ancora la sollecitudine della Chiesa romana per il cinema, scoperto come incomparabile strumento d'informazione e di cultura. Del resto, nel corso degli anni Cinquanta fu assai vivo l'interessamento del mondo cattolico per il cinema: nel 1955, anno del primo Gran premio OCIC, Pio XII ricevette rappresentanti del mondo cinematografico, con uno spirito nel quale l'elogio per "l'estensione e il prestigio" dell'attività cinematografica, "quasi un'impronta al nostro secolo", si accompagnava a "una pungente ansia per la sorte di tante anime, sulle quali il cinema esercita un profondo potere" (Atti e discorsi di S.S. Pio XII, 17° vol., 1956, p. 156). Dopo aver individuato la forza filmica "nell'intima struttura del fatto psichico" (p. 161), la disamina papale tratteggiò i contorni del 'film ideale' per un cattolico; in esso il rispetto e la comprensione dell'uomo, definito nella Genesi immagine di Dio, dovevano di fatto rappresentare due cardini fondamentali per l'intero iter produttivo di un film. Come tutte le opere, il cinema aveva il compito di essere "al servizio dell'uomo e di essergli di aiuto a mantenere e attuare l'affermazione di sé stesso nel sentiero del retto e del buono" (p. 171). Indicazioni queste che ponevano gerarchicamente l'ordine morale al di sopra di ogni considerazione, rispetto alle quali lo statuto dell'O. non poté rimanere indifferente, anche se con qualche distinguo sul piano tecnico ed estetico. Proprio nello statuto gli obiettivi portanti dell'associazione erano individuati nel sostegno e nella promozione della cultura cinematografica e della fruizione dei film a fini educativi e culturali, soprattutto mediante pubblicazioni, giornate di studi e congressi internazionali.Fu il Concilio ecumenico Vaticano II, indetto da Giovanni XXIII, a consacrare il valore dell'O. negli anni Sessanta. Nel decreto sugli strumenti di comunicazione sociale Inter mirifica del 4 dicembre 1963 le considerazioni dell'art. 21 sull'opportuna costituzione di uffici nazionali per la stampa, il cinema, la radio e la televisione, finalizzati a formare nei fedeli una retta coscienza del loro uso e incrementarne le iniziative, chiamavano in causa nell'art. 22 la necessità di associazioni internazionali, dunque dell'O., preso atto che "l'efficacia di questi strumenti va oltre i limiti anche delle singole Nazioni e rende i singoli individui quasi cittadini di un'unica comunità umana" (Tutti i documenti del Concilio, 1979¹⁰, p. 494). In un simile quadro teorico l'O. svolse attentamente il suo ufficio, premiando per es. negli anni Settanta film come One day in the life of Ivan Denisovich (1971; Una giornata di Ivan Denisovich) di Caspar Wrede, Utvandrarna (1971; Karl e Kristina) di Jan Troell, o negli anni Ottanta rivolgendo la sua attenzione critica anche ai film distribuiti su videocassette, sempre confrontandosi nella sua esegesi con le direttive della Santa Sede.Convocato presso la Santa Sede nel marzo 1992 con le altre organizzazioni cattoliche del settore, Unda ‒ International Catholic Association for Radio and Television, e UCIP (Union Catholique Internationale de la Presse), per un vertice riguardante nuove strategie della comunicazione, l'O. ha recepito da Giovanni Paolo II un ulteriore appello alla formazione di utenti in grado di reagire intelligentemente e creativamente rispetto ai prodotti multimediali, all'interno di uno scenario profondamente modificato dai rivolgimenti e dalle aperture dell'Europa dell'Est e dal rilevante progresso dei media in Asia e Oceania. Considerazioni che hanno anticipato l'istituzione, avvenuta il 20 novembre 2001, della nuova organizzazione cattolica internazionale per gli audiovisivi Signis ‒ The World Catholic Association for Communication, nata dalla fusione di O. e Unda, con membri in 139 Paesi. Improntata a una politica di difesa e promozione dei diritti umani e al dialogo interreligioso, per il Pontefice Signis, nell'ambito del costante processo di globalizzazione, deve continuare a creare nuovo pubblico per la programmazione cattolica e lavorare con altri organismi per garantire un positivo contenuto spirituale e religioso nelle varie produzioni di comunicazione sociale.
E. Baragli, Cinema cattolico, Roma 1965; Un cinema per l'uomo, a cura di V. Bicego et al., Firenze 1976.