Ocm
s. f. inv. Sigla di Organizzazione comune di mercato.
• Un modello di successo, tanto che qualcuno che se ne intende (la Francia) vorrebbe preservarne le regole tenendolo al di fuori della riforma Pac appena approvata. L’Ocm vino ‒ l’organizzazione comune di mercato che regola il funzionamento del settore ‒ ha garantito in cinque anni un miliardo e mezzo di finanziamenti (336 milioni solo nell’ultima campagna). (A[lessio] Rom[eo], Sole 24 Ore, 2 novembre 2013, p. 18, Impresa & territori) • Una debolezza di fondo consiste nelle dimensioni aziendali: sono censiti 70 mila trasformatori e 25 mila imbottigliatori. «L’aggregazione è sempre positiva, ma va detto che il sistema vino è tra i più solidi nel contesto agroalimentare. Parliamo di 14 miliardi di euro di fatturato e un’alta vocazione all’export. Ha saputo sfruttare bene gli strumenti europei della Ocm e qualificarsi sempre di più, pur in presenza di alta frammentazione della produzione. È un modello che vorremmo anche per affrontare la crisi del latte» (Maurizio Martina intervistato da Paolo Possamai, Messaggero Veneto, 20 settembre 2016, p. 39) • «Il successo internazionale dei nostri vini ‒ ha affermato l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Fava ‒ è dovuto alla vivace imprenditorialità dei produttori ma anche al sostegno di Regione Lombardia che solo negli ultimi quattro anni ha erogato oltre 13 milioni di euro di contributi nell’ambito dei fondi europei Ocm, con lo scopo di rafforzare le imprese del settore e diffondere l’immagine dei vini di eccellenza sui mercati stranieri puntando più sulla qualità che sul prezzo». (Fulvio Fulvi, Avvenire, 31 marzo 2017, Milano & Lombardia, p. IV).
- Già attestato nella Stampa del 15 luglio 1994, p. 37, Asti e Provincia.