OCRA
. Con questo nome s'indicano due minerali terrosi che, a seconda del colore, assumono i nomi di ocra rossa e ocra gialla. La prima è costituita da sesquiossido di ferro e corrisponde alla varietà terrosa di ematite (v.), d'onde il nome di ematite ocracea con cui è anche indicata. La seconda è costituita da limonite (v.) terrosa, con colorazioni differenti dal giallo chiaro al bruno-giallastro, perché è sempre mista a quantità variabili di argilla.
Le ocre si trovano generalmente in filoni fra rocce secondarie. L'estrazione del minerale si fa a cielo aperto o in galleria: esso si presenta in pezzi untuosi al tatto e allappanti. Pulito di tutte le impurezze grossolane, viene steso all'aria aperta e lasciato essiccare. Il materiale secco viene macinato in molini a umido, decantato e poi, se occorre, filtrato, di nuovo essiccato e finemente polverizzato, infine passato allo staccio.
Le ocre servono come sostanze coloranti (v. colore, X, p. 883), sia sole, sia per formare colori composti in unione a gesso, litopone, giallo cromo, ecc. Le ocre gialle sono di gran lunga le più importanti e si trovano, oltre che in Italia, in Francia (Auxerre, Vaucluse, Isère, Ardenne, Yonne, ecc.), in Germania (Ocker presso Goslar, Elbingerode, Jena, Rausbach, Wunsiedel, Siegen, Saalfeld, Königsee, ecc.), in Inghilterra, in Australia. Le ocre rosse, meno pregiate delle gialle, si trovano anche in Italia, in Germania, in Francia e in Inghilterra. Le ocre rosse usate in commercio, però, provengono generalmente dalla calcinazione di quelle gialle.
L'Italia è ricca di giacimenti di ocre, che costituiscono la massima parte della produzione e dell'esportazione italiana di terre coloranti naturali. Le più apprezzate si trovano a Siena e Grosseto (terra di Siena), a Carloforte (Cagliari) e a Verona (giallo di Verona, rosso di Verona). Giacimenti meno importanti si trovano nell'Isola d'Elba, a Viterbo, ecc. Un terzo della produzione viene calcinato e messo in commercio col nome di terra rossa.