ALTOVITI, Oddo
Figlio di Altovito, visse nel sec. XIII. Giureconsulto, notaro nel 1254, partecipò attivamente e responsabilmente alla vita politica fiorentina. Era nel Consiglio degli Anziani già nel 1251, alla ratifica del trattato contro i ghibellini fatta tra Firenze e San Miniato e a quella della lega di Firenze e Orvieto contro Siena; e infine, a quella del novembre, di Firenze, Genova e Lucca contro Montalcino. Nel 1255 fu inviato a San Donato in Poggio per trattare con il Comune di Siena una lega antighibeluna. L'anno dopo (nel settembre) sottoscrisse la pace con Pisa. Ancora degli Anziani nel 1258 (come nel 1257) quando Firenze stipulò un'alleanza con Arezzo, nel 1260 partecipò alla battaglia di Montaperti e, dopo la sconfitta, si rifugiò con altri guelfi a Lucca. Da Lucca si recò presso Ludovico di Baviera a Munster, come ambasciatore dei guelfi, per ottenere l'aiuto di Corradino (1261). Nel 1262, a Genova, è nominato "consul iustitiae" (e lo sarà una seconda volta nel 1271). Rientrato poi a Firenze nel 1276, è commissario al compromesso di pace fatto per volontà di papa Innocenzo V. Ancora nel Consiglio degli Anziani quando, nel 1278, il Comune di Firenze chiamò in città gli Umiliati. Nel 1279 fu ambasciatore, con altri, al pontefice Niccolò III, per pregarlo di inviare a Firenze un legato (che fu poi il cardinale Latino Malabranca, giunto in città l'anno dopo) che pacificasse le discordie civili che vi regnavano. Prese parte a tutte le trattative fatte in conseguenza di ciò e firmò l'atto solenne come mallevadore dei guelfi (1280). Fu dei Priori nel 1284, e ancora nel 1286, nel 1288 e nel 1293.
La sua vita politica, in questi ultimi anni, sembra molto intensa: è sindaco per la guerra contro Pisa (1285) e appare continuamente interessato alle relazioni con Pisa e Genova. Fa parte dei Savi per l'elezione del capitano del popolo, è tra gli elettori del podestà (1292) e partecipa al Consiglio dei Novanta (1293). Si era anche occupato di problemi finanziari (e ne fanno eco le Consulte del 1280), e verso il 1276 aveva mandato in Provenza un fattore di casa Pigli, perché per suo conto ed a suo nome tenesse un centro di affari. Non sappiamo con certezza quale posizione e quale peso abbia avuto nella lotta contro Giano della Bella (1295), nè quando esattamente sia morto: nel 1296 si hanno ancora sue notizie.
Fonti e Bibl.: Le consulte della Repubblica fiorentina ,a cura di A. Gherardi, I, Firenze 1896, cfr. Indice; II, ibidem 1898, cfr. Indice; Il libro di Montaperti, a cura di O. Paoli, Firenze 1899, p. 86; D. Velluti, La cronaca domestica, a cura di I. Del Lungo e G. Volpi, Firenze 1914, pp. 30, 75; Cronaca fiorentina di Marchionne di Coppo Stefani, in Rer. Italic. Script., 2 ediz., XXX, I, a cura di N. Rodolico, pp. 60, 61, 63, 72; L. Bruni, Historiarum Fiorentini populi libri XII, ibid., 2 ediz., XIX, 3, a cura di E. Salvini, p. 31; Documenti delle relazioni tra Carlo I d'Angiò e la Toscana, a cura di S. Terlizzi, Firenze 1950, p. 381; Documenti dell'antica costituzione del comune di Firenze, Appendice, a cura di P. Santini, Firenze 1952, pp. 28, 155,157, 158, 199, 203, 232, 252, 255; S. Ammirato, Istorie fiorentine, I, Firenze 1824, pp. 255, 372; C. Passerini, Genealogia e storia della famiglia Altoviti, Firenze 1871, pp. 22-26; F.-T. Perrens, Histoire de Florence, I, Paris 1877, p. 433; II ibid. 1877, pp. 193, 480, 482, 484, 496, 501, 514; III ibid. 1877, p. 306; R. Davidsohn, Forschungen zur Geschichte von Florenz, III, Berlin 1901, p. 28; IV, ibid. 1908, pp. 232, 251; Id., Geschichte von Florenz, II, 1, Berlin 1908, pp. 434, 516; 2, pp. 148, 540; IV, 2, ibid. 1925, pp. 117, 274, 342, 444; B. Barbadoro, Le finanze della Repubblica fiorentina, Firenze 1929, pp. 115, 314-316, 461, 462.