DELLA GRECA, Oddone
Figlio di Guido, nacque ad Orvieto nella seconda metà del sec. XII. Le fonti non consentono di precisare il rapporto di parentela che intercorreva tra il D. e il giudice Ugolino Della Greca: possiamo soltanto dire che essi furono i primi esponenti della famiglia a partecipare alla vita pubblica cittadina e che appartenevano con molta probabilità allo stesso ramo familiare.
Il D., comunque, risulta attivo nella politica orvietana prima di Ugolino: il 30 apr. 1204 fu, infatti, presente al giuramento con cui Guido di Lugnano, sconfitto dopo una breve campagna, si sottomise al Comune. Secondo gli Annales Urbevetani e la Cronaca dei Manenti nel 1212 divenne podestà. di Orvieto. Altre fonti consentono di precisare tale notizia: in particolare, la convenzione stipulata tra il vescovo Giovanni Capelli e il conte Bulgarello nel 1212 per il possesso del castello di Parrano, attribuisce al D. il titolo di console. Ed in effetti, la carica che il D. ricoprì allora fu non la podesteria, ma il consolato, magistratura restaurata ad Orvieto in quel periodo. Risulta tra i consoli negli anni 1212 e 1213: come titolare di quell'ufficio ricevette nelle proprie mani il giuramento di sottomissione dei signori di Valentano (17 nov. 1212); il 24 apr. 1213 concesse un privilegio di esenzione al castello di San Vito e, nel luglio di quell'anno, presenziò alla rinuncia dei conti di Pitigliano al diritto di rappresagjia contro gli Orvietani.
Fu sempre in questo periodo che il D. introdusse il figlio Francesco alla vita politica della Città. Il 26 sett. 1213 padre e figlio furono presenti, nel palazzo comunale, all'adubanza del Consiglio generale che approvò il trattato di alleanza con il castello di Abbadia San Salvatore. Il 6 sett. 1215 il D. e il figlio Francesco furono di nuovo insieme, nel palazzo comunale, per presenziare alla vendita del castello di Bisenzio, ceduto dagli eredi di Guittone di Bisenzio ad Orvieto.
In questi anni la famiglia del D. appare sempre più attiva nella vita pubblica del Comune: oltre al D. e al figlio Francesco, compare nelle fonti Ugolino, che nel 1215 ricoprì per la prima volta la carica di giudice. Si deve notare che proprio in questo torno di anni cominciarono a partecipare alla politica cittadina gli esponenti delle corporazioni di mestiere, anche di quelle meno prestigiose (cfr. Codice diplomatico, doc. CXLII, p. 95): di modo che la fortuna politica dei Della Greca sembra essere legata all'emergere ad Orvieto del ceto mercantile-artigiano.
In questo quadro assume particolare significato la notizia di un secondo periodo di consolato del D. nel momento in cui tale magistratura - anche se privata dei poteri che aveva riacquistato tra il 1210 e il 1215 - riappare brevemente (1218-1221), sotto il controllo del podestà, alla direzione del Comune.
La prima menzione del nuovo consolato del D. è contenuta nella copia notarile, redatta nel maggio-giugno 1220, dell'affitto di una bottega posta sotto le scale del nuovo palazzo comunale. In qualità di console il D. partecipò, nel giugno del 1220, agli atti preliminari per la sottomissione di Guittone, signore di Bisenzio, conclusasi alla sua presenza il 12 giugno con il rituale giuramento di fedeltà. Il 18 dicembre dello stesso anno il D. ordinò la divisione in dodici parti dei possedimenti di Rollandino "Accarini", padre di un omicida condannato al bando. Infine, il 28 apr. 1221 - è questa l'ultima notizia che menziona il D. in qualità di console - egli acquistò per conto del Comune un terreno per la costruzione di una fontana, detta poi del Leone. Intorno a quella data dovette concludersi quel breve periodo consolare, non trovandosi già più alcuna menzione dei consoli nell'atto di nomina dei procuratori per la lega senese del 22 ott. 1221. Il D. continuò comunque a partecipare alla vita pubblica della città e il 20 febbr. 1222 fu presente, a Lugnano, alla vendita di quel castello in favore di Orvieto.
La notizia - contenuta nel giuramento di "communantia et sequimentum" al podestà di Orvieto fatto da Gregorio da Fivizzano il 22 giugno 1222 - di un giuramento simile prestato dal D., farebbe pensare che egli, da quell'anno, fosse impegnato in operazioni militari per conto del Comune. Mancano, comunque, ulteriori testimonianze della sua partecipazione alla vita cittadina fino al 25 giugno 1235, quando egli compare nella lista di prigionieri orvietani restituiti dal podestà di Siena alla fine della guerra contro Orvieto e Firenze, iniziata nel 1229. Pochi giorni dopo la sua liberazione, il 4 luglio, il D. risulta presente. in Firenze nella chiesa di S. Reparata al rinnovo dell'alleanza tra Orvieto e quella città. Dopo tale data non si hanno più notizie su di lui.
È probabile che anche il figlio Francesco abbia partecipato alle operazioni militari della guerra contro Siena; anch'egli, infatti, ricompare in Orvieto solamente il 15 ag. 1234, quando nel palazzo comunale furono sottoscritti i capitoli di alleanza con Buonconte da Montefeltro, secondo i quali il signore di Urbino si impegnava, tra l'altro, a sostenere Orvieto contro Siena.
Lo stesso Francesco fu camerlengo del Comune nel 1235 e partecipò, in tale veste, alle trattative per la conclusione della guerra. L'8 gennaio di quell'anno, infatti, pagò parte della somma necessaria a far togliere la scomunica che il cardinale Prenestino Giacomo de Pecoraria aveva lanciato sulla città per aver rifiutato il suo arbitraggio per gli accordi di pace; il giorno seguente consegnò al giudice Pietro Bonfantis i denari che Ugolino Della Greca aveva preso in prestito a Firenze per le paghe del presidio armato che custodiva il castello di Chianciano. Il 5 giugno egli elesse il rappresentante del Comune che doveva condurre le trattative di pace; il 14 giugno, per ordine del podestà, firmò con gli altri magistrati l'accettazione della mediazione del cardinale Prenestino e il 21 giugno fu presente alla nomina del procuratore che doveva riferire le condizioni stabilite dal cardinale.
Vent'anni più tardi Francesco riappare tra i notabili del Comune (24 genn. 1257) che stabilirono un bando contro i cittadini senesi. A probabile che questa sua lunga assenza dalla vita pubblica sia in parte da spiegare con la temporanea predominanza in città della fazione ghibellina (1240-1250), cui i Della Greca, guelfi, si opponevano. È significativo, inoltre, che proprio dal 1250 i popolari acquistarono un maggior potere con l'istituzione della magistratura del capitano del Popolo e dettero nuovo impulso ad una politica estera di espansione, nell'ambito della quale Francesco, il 12 giugno 1257, partecipò ad una nuova sottomissione dei signori di Bisenzio e, il 2 apr. 1259, presenziò alla nomina di un procuratore per ricevere quella di Martana, isola del lago di Bolsena. Riguardo a questa ultima notizia, il Manenti riferisce erroneamente che fu Francesco stesso procuratore e non per la sottomissione, bensì per l'acquisto dell'isola.
Dopo un nuovo periodo di lotte interne tra guelfi e ghibellini, durante il quale predominarono questi ultimi (1260-1266), Francesco è presente l'8 ott. 1270 nel palazzo comunale come testimone per la quietanza di una somma dovuta dal Comune per gli stipendi dei soldati orvietani al servizio di Firenze. È questa l'ultima notizia che menziona Francesco in vita.
Fonti e Bibl.: Annales Urbevetani, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XV, 5, t. 1, a cura di L. Fumi, p. 139; Cronaca di Luca di Domenico Manenti, ibid., pp. 287, 306; Codice diplomatico della città di Orvieto, a cura di L. Fumi, Firenze 1884, pp. 55, 63, 65 ss., 69, 80 s., 85, 89, 92 s., 97, 99, 143-47, 151, 215, 224 s., 300; G. Pardi, Serie dei supremi magistrati e reggitori di Orvieto dal principio delle libertà comunali all'anno 1500, in Boll. della Soc. umbra di storia patria, I (1895), pp. 369 s. Per il quadro complessivo delle vicende di Orvieto in questo periodo, cfr. D. Waley, Mediaeval Orvieto, Cambridge 1952.