Teologo benedettino (Orléans metà 11º sec. - Anchin, Douai, 1113); scolastico a Toul e a Tournai, fattosi benedettino, divenne abate (1095) del monastero di S. Martino; dal 1105 vescovo di Cambrai. Molte sue opere sono perdute (Sophistes, Liber complexionum, De re et ente); di particolare interesse è il De peccato originali, nel quale spiega la trasmissione della colpa di Adamo svolgendo una posizione integralmente realistica per cui l'universale è una realtà o sostanza unica, realmente esistente in tutti gli individui i quali ne partecipano, differenziandosi per le "proprietà personali": così in Adamo tutta la natura o sostanza umana si macchiò di peccato trasmettendosi quindi a tutti gli uomini che ne partecipano. Importante per la teologia eucaristica è l'Expositio in canonem Missae (1a ed. a stampa 1496); è anche autore di omelie, e di varî trattati (fra questi ultimi la Disputatio contra Iudaeum nomine Leonem de adventu Christi e un De operibus sex dierum pubblicato dal Migne tra le opere di Ildeberto di Lavardin).