Oderisi da Gubbio
" Magister Odericus quondam Guidonis de Gubbio " è ricordato in documenti bolognesi del 22 agosto 1268, 19 luglio 1269, 26 agosto 1269, 11 marzo 1271, spesso associato a Paolo di Iacopino Avvocato, anch'egli miniatore (F. Filippini-G. Zucchini, Miniatori, pp. 183-185). Da una notizia pubblicata dal Baldani (p. 389) risulta morto nel 1299. Trascorse la vita a Bologna, allontanandosene per un soggiorno a Roma dove, secondo il Vasari (I, p. 384), avrebbe lavorato nella libreria papale. D., che aveva certo conosciuto l'artista a Bologna circa nel 1287, lo pose (Pg XI 73-142) in deciso rilievo tra i miniatori italiani del Duecento: la qualità delle altre due coppie del confronto non lascia dubbi che, per D., O. e Franco fossero personaggi di primo piano. Pur tra i superbi, il peccato si giustifica col gran disio / de l'eccellenza, e O. è riscattato come l'onor d'Agobbio e l'onor di quell'arte / ch'alluminar chiamata è in Parisi. Per il rilievo che O. ha nel c. XI del Purgatorio, cfr. la voce SUPERBI.
A diverse conclusioni sullo stile e sulle opere miniate da attribuire a O. è pervenuto G. Fallani, il quale (cfr. Ricerche..., pp. 141-142) traccia un rapido excursus delle proposte di altri critici: " Il Venturi ritiene che la distanza tra la scuola di Oderisi e di Franco possa vedersi in alcuni codici legali e nell'Exultet dell'Archivio Capitolare di S. Pietro (n. 78 B), e nella Bibbia (Vaticano Lat. n. 20). Per il Toesca, Oderisi appartiene ad una fase più primitiva di Franco che si accostò alla maniera giottesca, ma non vi è ragione per attribuirgli le miniature di maniera francese o gotica. Il D'Ancona, seguito dal Salmi, vede in Oderisi un seguace dell'arte francese, e in Franco un seguace della corrente di Giotto. Roberto Longhi si sofferma sulla citata Bibbia detta di Corradino [Baltimora, Walters Art Gallery] per Oderisi, in rapporto al pittore della S. Chiara di Assisi... Il Castelfranco pone l'accento sui codici eugubini per Oderisi e sulla Bibbia di Gerona, molto simile nelle figure. Stefano Bottari propone per Oderisi la Bibbia di Gerona e la Bibbia di Parigi [Bibl. Nazionale, cod. 22] e per Franco la Bibbia Malatestiana di Cesena. Il Rotili... inclina alla tesi del Longhi per la Bibbia di Corradino "; e, conclude che la zona O. è contrassegnata dai codici eugubini (si tratta di sei corali miniati dell'Archivio di Stato di Gubbio, Fondo S. Pietro) dalla Bibbia (Vaticano lat. n. 20) e, forse, dalla Bibbia di Gerona. Nella Bibbia latina n. 51, opera bolognese del sec. XIII illustrata in The Chester Beatty Western Manuscripts, part. II; Catalogue of Thirty-Eight Manuscripts of the 8th to the 17th century, Londra 1969, si trovano, nella parte seconda, le sigle e le iniziali miniate di Oderisi.
Circa il valore pittorico dell'arte di O., il Bottari richiamò l'attenzione sul peculiare significato che nel testo dantesco assumono le parole ' ridere ' e ‛ pennelleggiare '. " Il ridere in Dante è qualità interna della luce, splendore luminoso dei colori... significa che il colore di Oderisi, per quanto vivo o ravvivato, era ancora legato ai modi della tradizione, e anche della tradizione bizantina, mentre le miniature di Franco risplendevano per la magia degli ori, per il prestigio felice e aperto dei colori " (p. 56). Così l'affermazione che Franco pennelleggia sottintende che O. non pennelleggiava: era quindi più legato alla tradizione disegnativa, in confronto a un Franco che era più libero dal disegno. Vedi anche le voci CIMABUE; FRANCO BOLOGNESE; GIOTTO.
A illustrazione della voce si riproducono una pagina del codice E I 8 della Bibl. Nazionale di Torino, di maniera gotica o francese; e una della Bibbia (Vaticano lat. 20), tipica della " zona Oderisi " indicata dal Fallani.
Bibl. - A. Ricci, Le belle arti nella città di Gubbio, Bologna 1831; G. Vasari, Le Vite, a c. di G. Milanesi, I, Firenze 1878, 384-385; R. Baldani, La pittura a Bologna nel secolo XIV, Bologna 1908, 377, 389-390, 393, 396, 425, 427, 455; P. D'Ancona, L'arte di O. da G., in " Dedalo " II (1921) 89-100; U. Gnoli, Pittori e miniatori dell'Umbria, Spoleto 1923, 223; P. D'Ancona, La miniature italienne du Xe au XVIe siècle, Parigi 1925, 15, 17, 18, 29, 30; P. Toesca, Il Medioevo, Torino 1927, 1091 s., n. 51; G. Castelfranco, I codici miniati di S. Domenico di Gubbio, in " Boll. d'Arte " s. 2, VIII (1929) 529-555; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, Milano 1931-36, V 1004-1014; F. Filippini, Per la storia dell'antica pittura bolognese, in " Il Comune di Bologna " XVIII (1931) 3-17; ID., O. da G., ibid. XX (1933) 31-40; P. D'Ancona, La D.C. e le arti figurative, in " Emporium " LXXXII (1934) 137-145; F. Filippini-G. Zucchini, Miniatori e pittori a Bologna, Firenze 1947, 183 ss.; M. Salmi, La miniatura italiana, Milano 1956, 7, 17; R. Longhi, Apertura sui trecentisti umbri, in " Paragone " 191 (1966) 3 ss.; ID., Postilla all'apertura sugli umbri, ibid. 195 (1966) 3-17; S. Bottari, La cultura di O. da G. e di Franco Bolognese, in D. e Bologna nei tempi di D., Bologna 1967, 53-59; M. Rotili, La miniatura, gotica in Italia, I, Napoli 1968, 63 ss.; G. Fallani, D. e la cultura figurativa medievale, Bergamo 1971; ID., Ricerca sui protagonisti della miniatura dugentesca. O. da Gubbio e Franco Bolognese, in " Studi d. " XLVIII (1971) 137-151.