ODERISIO
– Non si conoscono la data e il luogo di nascita di questo monaco, figlio del conte Oderisio II della Marsica, che fu abate di Montecassino dal 1087 al 1105.
La Chronica monasterii Casinensis (1980, IV, 1, pp. 466 s.) narra che sin da fanciullo dimostrò un’indole particolarmente idonea alla vita monastica, a tal punto da essere fin d’allora preconizzato come suo successore dall’abate Richerio, durante il cui governo (1038-55) si fece monaco. Prima di essere eletto abate fra il 13 e il 14 settembre 1087, succedendo a Desiderio (diventato papa con il nome di Vittore III), già ricopriva a Montecassino la carica di priore. Consacrato abate da Urbano II, sulla scia del predecessore promosse un accrescimento dei possessi cassinesi grazie soprattutto al favore che i Normanni continuarono ad assicurare al monastero.
Il territorio immediatamente sottoposto alla giurisdizione abbaziale e dotato di immunità, la Terra Sancti Benedicti, si arricchì di ulteriori centri abitati: Acquafondata nel 1089, Pontecorvo e Viticuso nel 1105. Di particolare rilievo fu la controversia insorta durante il suo governo con la badessa di S. Maria in Cingla (Ailano, Caserta), monastero benedettino femminile posto sin dalla fondazione nel sec. VIII sotto la giurisdizione cassinese, status di dipendenza che nonostante gli ostacoli frapposti dalla badessa fu confermato prima da Urbano II l’8 dicembre 1098, poi da Pasquale II il 31 marzo 1101. Tanto rimarchevole quanto sospetto è ciò che si legge nella Chronica, IV, 18 (Continuazione di Guido), pp. 486 s., circa il fatto che Oderisio si sarebbe appellato per mezzo del monaco Giorgio all’imperatore Enrico IV al fine di ottenere da Matilde di Canossa la restituzione di tutti i possessi elencati nel Breviarium di un Giovanni preposito del monastero di S. Benedetto in Persiceta (Sant’Agata Bolognese, Bologna): si tratta infatti di un falso, risalente probabilmente al sec. XII. Ugualmente spuri sono i due atti in base ai quali nel giugno 1105 Matilde avrebbe confermato a Montecassino la chiesa di S. Benedetto in Pastorino (presso Riolo, fraz. di Castelfranco Emilia, Modena), garantendo quindi il 22 dello stesso mese e anno la terza parte di una corte ivi ubicata.
Specchio fedele dell’accrescimento patrimoniale cassinese (Dormeier, 1979, p. 56) da ascrivere agli anni oderisiani è il privilegio di papa Urbano II (27 marzo 1097), nel quale si elencano 181 possessi, un netto incremento in confronto alle 102 e 107 unità menzionate rispettivamente nei privilegi di Nicolò II (8 marzo 1059) e Alessandro II (10 maggio 1067; Bloch, 1986, pp. 665-670).
Il 12 marzo 1088 Oderisio, come rappresentante dei cardinali diaconi, prese parte a Terracina all’elezione di Urbano II, divenendo poi quasi certamente già nel 1088 cardinale presbitero, forse del titolo di S. Cecilia che era stato pure dell’abate Desiderio, e sottoscrivendo documenti pontifici fino al 17 marzo 1105.
Durante la prima crociata promossa da Urbano II, fece da mediatore tra i crociati e l’imperatore Alessio I Comneno, come emerge da due lettere di quest’ultimo all’abate: una prima, dell’agosto 1097, di plauso e attestazione di buone relazioni con i crociati; una seconda, del giugno 1098, circa gli aiuti imperiali forniti agli stessi. La conquista di Antiochia di Siria il 2 giugno 1098 da parte del normanno Boemondo di Taranto, a scapito dello stesso imperatore Alessio che vantava sulla città i suoi diritti, dovette spingerlo a scrivere lettere a Goffredo di Buglione e allo stesso Boemondo, perché desistessero dal combattere contro il sovrano bizantino (Chronica, IV, 17, pp. 485 s.), ma invano, essendosi ormai consumata la rottura tra l’esercito crociato e l’imperatore.
Personalità diversa da quella del predecessore Desiderio, seppure non meno attenta alla triplice dimensione politica, ecclesiastica e religiosa di Montecassino, come appare riflesso anche nella scena del registro di S. Angelo in Formis (Montecassino, Archivio dell’Abbazia, Reg. 4, p. 17) che lo ritrae mentre riceve da papa Urbano II il privilegio del 1097, Oderisio si segnalò in particolare per l’attenzione alla preghiera liturgica, come emerge non solo dalla richiesta di intercessioni a lui rivolta dal re Ladislao I d’Ungheria, ma anche dallo splendido breviario che va sotto il suo nome e che contiene altresì una preghiera per lui e la sua comunità monastica (Paris, Bibliothèque Mazarine, 364, cc. 136v-137r).
Agli stessi anni di Oderisio risalgono altri due manoscritti analoghi, il breviario della Biblioteca apostolica Vaticana, Urb. lat. 585, e il libro composito per l’Ufficio divino di Montecassino, Archivio dell’Abbazia, Casin. 559, anch’essi fondamentali per la ricostruzione dell’Ordo officiorum dell’abbazia nel sec. XI (Kelly, 2008, p. 51).
Merito non minore di Oderisio fu promuovere poco dopo il 1099 la composizione di un’opera destinata a occupare un posto importante nella storiografia medievale, la Chronicadi Leone Marsicano, al quale l’abate, come riferisce lo stesso Leone, aveva chiesto che facesse ricerche sulla serie degli abati cassinesi fino a Desiderio (Chronica, Prologus, p. 5).
Sebbene, a differenza del suo predecessore, manchino notizie circa l’impulso impresso da Oderisio all’attività dello scriptorium cassinese, nondimeno diversi codici, caratteristici per la riduzione del formato oltre che del modulo della scrittura, risalgono sicuramente agli anni compresi tra il 1088 e il 1105 (di contenuto classico: Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, 66.21 e 51.10; Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. Ottob. lat. 1939 e Vat. lat. 3227; liturgico: oltre a quelli già citati, Casin. 444; Napoli, Biblioteca nazionale, VI F 2; Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. Borg. lat. 211, e i due Exultet, Vat. Barb. lat. 592; Velletri, Archivio diocesano, s.n.; biblico: Casin. 211; agiografico: Casin. 149).
Pur essendo sicuramente non paragonabile l’opera oderisiana a quella desideriana nel campo dell’architettura e delle arti, il 18 novembre 1090 Oderisio consacrò comunque a Montecassino la ricostruita basilica di S. Martino (il primitivo oratorio scelto da s. Benedetto), mentre risale al 30 gennaio 1094 la dedica della chiesa di S. Andrea apostolo, che egli fece edificare dietro l’abbaziale desideriana. Il contributo di Oderisio fu infine decisivo per il completamento della chiesa cassinese di S. Benedetto in Capua – iniziata da Desiderio e infine consacrata nel dicembre 1108 da papa Pasquale II – in cui la frammentaria serie di ritratti di abati cassinesi sembra altresì confermare, per affinità stilistiche con i celebri affreschi di S. Angelo in Formis, che anche questi ultimi siano stati completati non sotto l’abbaziato di Desiderio, ma solo intorno al 1100, essendo abate Oderisio.
Ben a ragione l’iscrizione di dedica che correva sotto il mosaico absidale della chiesa capuana compendiava il destino di Oderisio quale degno successore di Desiderio ed erede del carisma di Benedetto: «Hoc Desiderius praesul et abbas / coepit opus, quod Oderisius optimus abbas / complevit, Benedicte, tuum decorans honorem».
Morì a Montecassino nel 1105.
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